«Processo troppo lungo:
mi scuso a nome dello Stato»

«Processo troppo lungo: mi scuso a nome dello Stato»
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 20 Febbraio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 18:14
Si è portato addosso per sette anni l’accusa di essere stato anche lui responsabile dell’incidente in cui morì un bambino di 9 anni. Nonostante la consulenza della Procura lo avesse scagionato e le ammissioni del padre de bambino, di essersi distratto dalla guida per raccogliere il telefono cellulare caduto sul pavimento dell’auto. Per questo il giudice quando ha pronunciato la sentenza di assoluzione ha ritenuto opportuno aggiungere qualche parola alla formula “perché il fatto non sussiste”. Per scusarsi con l’imputato, un 31enne di Tricase, A.M. le iniziali, per non aver potuto abbreviare i tempi della giustizia per un caso che poi si è risolto, in pratica, in un paio di udienze: «Chiedo scusa a nome dello Stato italiano, per avere costretto questo malcapitato cittadino a doversi difendere per così lungo tempo».
Sono le parole del giudice del Tribunale di Trani, Laura Cantore che hanno messo fine ad un processo durato quattro anni. Quattro anni caratterizzati soprattutto da rinvii.
Trani, perché l’incidente stradale in cui morì il bambino di 9 anni avvenne sull’autostrada Bologna-Taranto all’altezza di Molfetta. Era l’11 agosto del 2011, quasi mezzanotte, il bambino era sul sedile posteriore della Mercedes Classe A guidata dal padre verso Bari. L’auto tamponò la Volkswagen Golf con al volante A.M. ed a sua volta la Classe A venne poi travolta da un’Audi A6 quando per il contraccolpo finì sulla corsia di sorpasso.
 
Tutti e tre i conducenti finirono sott’inchiesta con l’accusa di omicidio colposo in concorso, aggravata dalla “velocità non commisurata dalle condizioni del traffico”. Troppo veloci la Classe A e l’Audi: 107 e 130 km/h, sui lunghi rettilinei che caratterizzano quel tratto di autostrada. Troppo piano la Golf di A.M: fra i 60-65 e gli 88 km/h, concluse il consulente della Procura, Primo Scapellato. Un dato meglio specificato: 88 km/h, «nessuna violazione specifica può essere rilevata nel comportamento tenuto da questo conducente».
Conclusioni che non indussero il pubblico ministero della Procura di Trani a chiedere l’archiviazione e successivamente il giudice per l’udienza preliminare a prosciogliere l’imputato: rinvio a giudizio, con prima udienza il 23 marzo del 2014.
Il dibattimento non è stato meno tortuoso: il viceprocuratore onorario (Vpo) si oppose all’acquisizione della consulenza della Procura sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente e le possibili responsabilità. La chiese, l’acquisizione, il legale di A.M., l’avvocato difensore Giuseppe Bonsegna. Ed ottenne poi l’acquisizione dell’intero fascicolo del pubblico ministero. Tre udienze per metterlo in ordine e poi la discussione nel merito del processo: il vpo si è pronunciato per l’assoluzione con formula dubitativa, il legale per il riconoscimento della p
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