Via Brenta, niente plexiglas in aula e il giudice fa saltare l'udienza

Via Brenta, niente plexiglas in aula e il giudice fa saltare l'udienza
di Roberta GRASSI
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Giovedì 17 Settembre 2020, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 15:33

In aula non c'è il plexiglas a separare giudice e cancellieri dagli avvocati e dalle parti: salta così, per ipotetico rischio coronavirus, una intera udienza che contava diverse cause in materia di Lavoro. È accaduto a Lecce, martedì mattina.

Considerata la perdurante emergenza sanitaria ha precisato il magistrato, Luca Buccheri, nel dettagliare le motivazioni del rinvio a data da destinarsi in ordine a tale mancato allestimento, nonostante le assicurazioni ricevute via mail dalla dirigenza amministrativa e le indicazioni contenute nel provvedimento del presidente del Tribunale dell'11 settembre 2020.

Si parla di misure anti-covid, naturalmente. Più in particolare degli accorgimenti che si è deciso di adottare in tutti i palazzi di giustizia d'Italia.
Il giudice in questione ha specificato di aver rilevato l'assenza di barriere in plastica trasparente già nella precedente udienza dell'8 settembre. E di aver avuto tempestiva notizia, poi, dal personale di cancelleria, sulla indisponibilità di altre aule (in via Brenta) per svolgere regolarmente l'udienza in presenza, cioè in forma tradizionale.
Ha quindi deciso di rimandare il tutto a un altro momento, non specificando quali saranno le modalità con cui dovranno svolgersi i processi, se con trattazione scritta o ancora una volta con libero accesso di avvocati e di chiunque sia fondamentale per la celebrazione degli stessi.

La questione della gestione degli spazi si è riproposta al riavvio dell'attività giudiziaria dopo il lockdown (che ha comportato una lunga sospensione delle udienze normali) e il periodo feriale. A settembre, considerato che il problema pandemia non è ancora superato, nell'universo giustizia si è deciso di procedere con linee guida adottate da ogni singolo Tribunale. Criteri che non si discostassero da quanto previsto dai decreti, ma che si auspicavano quanto più omogenei possibile per ciascuna struttura giudiziaria, onde evitare disparità di trattamento.
Il presidente della Corte d'Appello, Lanfranco Vetrone, aveva prontamente firmato un provvedimento per mezzo del quale aveva chiesto ai dirigenti dei singoli uffici di stabilire delle procedure uniformi.
Il Tribunale di Lecce ha risposto l'11 settembre scorso con una nota a firma del presidente, Roberto Tanisi.

Per il settore penale non sono state previste restrizioni. Per il civile e il lavoro, invece è stato indicato ai magistrati di prediligere la trattazione scritta dei processi, con il rispetto dei termini (l'udienza va comunicata 30 giorni prima). La trattazione in presenza resterà residuale e utilizzata ove strettamente necessario.
In quest'ultimo caso bisognerà fare in modo che i processi siano chiamati ad orario prestabilito e comunicato alle parti al fine di evitare assembramenti scrive Tanisi - dentro l'aula d'udienza e fuori di essa, restando la misura del distanziamento fisico o sociale, in una all'obbligatorio uso di mascherina, essenziale ai fini della prevenzione del contagio.
L'utenza e gli addetti ai lavori devono recarsi nei pressi dell'aula solo in prossimità dell'orario di udienza.

Tutte le aule d'udienza civili ha aggiunto il presidente saranno provviste di schermi in plexiglas, posizionati sul banco del giudice e del cancelliere dotati di dispenser contenente gel disinfettante.
Su questo punto il giudice del lavoro è stato inflessibile.

Niente plexiglas, niente cause. Le vicende cariche di umanità e di attesa (licenziamenti, vertenze, situazioni professionali dibattute), non possono che avere priorità inferiore rispetto ai pericoli di una pandemia che mostra temibili segni di ripresa. Se ne riparlerà, in seguito. Quando sarà possibile rispettare tutte le prescrizioni sanitarie a tutela della salute. Data che verrà successivamente comunicata.

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