Vaccinazione degli operatori sanitari: sotto i riflettori il caso dell'operatore socio-sanitario in servizio nella Rssa Giada di Trepuzzi non vaccinato che, stando all'indagine epidemiologica del Sisp della Asl di Lecce, è stato il vettore del virus. Per fortuna nessun problema per gli anziani ospiti della struttura: 29 contagiati, ai quali aggiungere altri 14 sanitari e assistenti infetti, ma nessun sintomo. Erano stati infatti tutti vaccinati. E già in questi giorni saranno negativi, senza alcun problema.
IL NODO DEI NO VAX
Il tema però resta. C'è uno zoccolo duro di operatori sanitari no vax e una fetta di personale che non può vaccinarsi per motivi di salute. Non è noto se l'oss in servizio a Trepuzzi appartenga all'una o all'altra casistica, ma chi è impegnato nelle strutture sanitarie non può stare a contatto con pazienti se non è vaccinato, criterio che non riguarda solo il Covid, tuttavia rimangono in una zona grigia le strutture socio-assistenziali perché non c'è un dettato preciso al riguardo, anche se la legge regionale voluta dal consigliere Fabiano Amati indica l'obbligo per tutti gli operatori sanitari. Spiega Alberto Fedele, direttore del Dipartimento di Igiene dell'Asl Lecce: «Non conosco il caso e le ragioni per le quali non si è vaccinato, abbiamo rilevato la circostanza nel corso dell'indagine epidemiologica.
L'APPELLO DEGLI ORDINI PROFESSIONALI
Di ieri l'appello/sollecitazione degli Ordini professionali salentini, quello dei Medici in testa, che da una parte invitano tutti gli operatori sanitari alla vaccinazione, dall'altra il Sisp della Asl di Lecce a vaccinare tutti quelli che ne hanno fatto richiesta. Un appello/sollecitazione di grande attualità, tanto più dopo il caso di Trepuzzi, senza trascurare che la spinta al Governo Draghi di legiferare in materia è venuta proprio dal caso di un operatore sanitario non vaccinato che in un piccolo comune alle porte di Genova ha infettato 8 pazienti e 1 infermiere. A Trepuzzi sono stati contagiati, anche se non hanno sviluppato la malattia, 14 anziani e 4 operatori sanitari. «Questa è una lunga storia che prima o poi deve avere un punto premette Fedele riferendosi alla lettera appello/sollecitazione abbiamo cominciato a vaccinare gli operatori sanitari quando era disponibile un unico vaccino, il Pfizer. Abbiamo continuato a farlo sino a quando c'è stata la disponibilità delle dosi. Poi c'è stata una manifestazione d'interesse su una piattaforma regionale, per tutte le professioni sanitarie. È vero che gli elenchi ci sono pervenuti con qualche falla per cui qualcuno mancava all'appello, ma in altre province mi risulta che alcuni soggetti si erano infilati spacciandosi per operatori sanitari o similari e sono stati individuati. Ad un certo punto siamo partiti con gli ultraottantenni e a seguito di una serie di forniture mancate non abbiamo avuto disponibilità né di Pfizer, né di Moderna. Abbiamo offerto AstraZeneca, in particolare ai più giovani, e si sono manifestate molte resistenze. Non possiamo continuare a ricevere continuamente liste dagli Ordini professionali perché dobbiamo chiudere le categorie e andare avanti. Abbiamo utilizzato il Pfizer per gli operatori sanitari perché in otto settimane più due immunizza ed era nostro interesse ottenere questo risultato per la sicurezza dei pazienti. C'è stata una sentenza a Belluno che ha rigettato il ricorso di un operatore socio-sanitario che è stato licenziato perché ha rifiutato la vaccinazione. Il giudice ha dato ragione al datore di lavoro. Voglio ricordare che il Sisp ha affiancato alla vaccinazione ordinaria, quella del Covid: in due giorni abbiamo vaccinato mille e duecento dipendenti di UniSalento e in quindici giorni sedicimila dipendenti della scuola».