Torre Veneri, il Tar ferma le esercitazioni militari: «Il litorale va tutelato»

Torre Veneri, il Tar ferma le esercitazioni militari: «Il litorale va tutelato»
di Ilaria MARINACI
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Giovedì 5 Novembre 2020, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Stop alle esercitazioni a fuoco nel poligono di Torre Veneri sul litorale leccese: il rischio inquinamento ambientale esiste. Lo dice la sentenza, immediatamente esecutiva, della terza sezione del Tar di Lecce che ha accolto il ricorso di Lecce Città Pubblica annullando la determina regionale del 2016 che aveva consentito alle Forze Armate, dopo la Valutazione di incidenza ambientale, di proseguire l'addestramento militare nel sito di Frigole situati lungo la strada per Torre Chianca, ad una decina di chilometri dal capoluogo.


Alla luce di questa importante svolta, da Gabriele Molendini, consigliere di Lecce Città Pubblica, arriva la proposta di un tavolo con tutte le parti in causa (Regione Puglia, Ministero della Difesa, Comune e la stessa associazione) per trovare una soluzione condivisa. «Bisogna discutere dichiara lo stesso Molendini di come si possano incontrare le ragioni di tutela ambientale di un importante sito quale Torre Veneri, le istanze dei cittadini residenti che lamentano l'eccessiva rumorosità e i pericoli per la salute, e insieme le necessità delle Forze Armate di svolgere esercitazioni a fuoco in un contesto regolamentato e con adeguate cautele. Mi pare una proposta ragionevole e costruttiva, improntata a dialogo e rispetto e non a contrapposizione sterile».
Dunque, Molendini incassa la vittoria davanti ai giudici del Tar e rilancia subito per trovare una soluzione istituzionale. È un uomo di governo - siede sui banchi della maggioranza guidata dal sindaco Carlo Salvemini e la stessa Lcp è l'associazione politica storicamente legata al primo cittadino - e cerca una soluzione al conflitto, anche duro, che rischia di aprirsi su diversi fronti. E ora si attende la mossa dell'Esercito che, nei prossimi giorni, dovrà decidere il da farsi per sanare questa ferita che, ovviamente, è anche operativa vista l'importanza strategica del poligono di Torre Veneri.


Secondo il ricorso di Lcp, il provvedimento regionale è illegittimo perché viola il principio di precauzione e per eccesso di potere, avendo «consentito le attività di addestramento (seppur con prescrizioni) presso la località Torre Veneri senza prendere in considerazione la possibilità di localizzare le stesse sempre in area di demanio militare ma fuori dei confini dell'area Sic e, in ogni caso, senza dettare adeguate prescrizioni».

Per i giudici, il ricorso è fondato e deve essere accolto perché il sito risulta «significativamente contaminato» già in base ai campionamenti preliminari effettuati nell'ambito del piano di Monitoraggio ambientale del poligono e recepiti, nella parte relativa agli impatti sul suolo, dallo stesso provvedimento regionale oggetto di impugnazione. Dati che rilevano «un pericolo per l'integrità di ecosistemi che trovano specifica e potenziata protezione per il loro inserimento tra i siti di interesse comunitario», ma si aggiunge nella sentenza «oltre ad un rischio ambientale si profila, alla luce degli elementi acquisiti, anche un rischio per la salute collettiva».


In sostanza, si accoglie la tesi sin dall'inizio portata avanti da Lcp. «Avevamo avviato tutta la vertenza ricorda Molendini interessando anche la Comunità Europea, proprio perché erano stati rilevati sforamenti di inquinanti superiori alla soglia limite di concentrazione. Prima piombo e alluminio e poi, con i recenti monitoraggi successivi al Piano delle Caratterizzazioni, partito dopo il ricorso, sono stati trovati arsenico, manganese, boro e diversi altri inquinanti». Ma c'è anche la questione dell'inquinamento acustico. E pure su questo punto i giudici danno ragione ai ricorrenti: le prescrizioni date dalla Regione non dettano «efficaci misure di mitigazione della perturbazione dovuta al rumore prosegue la sentenza provocato dall'attività di esercitazione a fuoco».
Un'attività che viene considerata «di notevole impatto ambientale» per le tante giornate di addestramento programmate e perché il sistema di simulazione non risulta ancora attivato. Molendini ha già contattato per telefono il generale Claudio Dei, comandante della Scuola Truppe Corazzate. «Avendo trovato in lui un interlocutore cordiale e attento, gli ho confermato il nostro intendimento di dialogare e trovare un punto di incontro conclude il consigliere che contemperi le esigenze di tutela ambientale con le esigenze esercitative della Scuola».

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