Torre dell'Orso, il mare divora la spiaggia e distrugge il lido: il piano anti-erosione del Comune

Due linee di intervento: ordinanza sindacale per rimuovere il lido e interventi a breve, medio e lungo termine per il ripascimento della spiaggia

La baia di Torre dell'Orso
La baia di Torre dell'Orso
di Maria DE GIOVANNI
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 22:50

Si è tenuta oggi presso il Comune di Melendugno la riunione operativa e consultiva per discutere le strategie da adottare per contenere l'erosione costiera nella baia di Torre dell’Orso. Strategie che dovranno individuare anche le soluzioni più idonee per trattare il materiale potenzialmente inquinante presente sull’arenile del lido L’Orsetta, oramai ridotto in un ammasso di detriti. Le ripetute mareggiate, infatti, hanno portato alla luce sacchi di sabbia e opere non autorizzate delle quali è stato chiamato a rispondere il gestore dello stabilimento, l'imprenditore Luciano Montinaro.

Al tavolo di oggi hanno partecipato, insieme agli amministratori comunali, il responsabile dell’Ufficio Patrimonio e Tutela Davide Podo, l’esperto in materia di erosione Andrea Mauro, i concessionari della baia e i rappresentanti delle associazioni di categoria Federbalneari e Sib-Confcommercio. «Abbiamo affrontato le tematiche legate all’erosione – spiega Marco Potì, sindaco di Melendugno – e condiviso due interventi principali. Il primo è una ordinanza sindacale nei confronti del concessionario del lido L’Orsetta perché rimuova tutto quel materiale potenzialmente inquinante per l’ambiente e per il mare. La seconda iniziativa è quella per un programma di interventi a breve, medio e lungo termine. Nel frattempo tutti i balneari ci faranno una relazione sullo stato degli stabilimenti nella baia e lì ci concentreremo per lavorare in vista della prossima stagione turistica, predisponendo un piano di interventi insieme alla Regione». L'idea del Comune, alla quale lavorerà anche l'Università del Salento, prevede l'utilizzo di un'idrovora che dovrà prelevare la sabbia da una profondità di due o tre metri e "sputarla" sull'arenile così da riportarlo all'antico splendore.

Insomma si cerca di ristabilire l'equilibrio di una parte di costa molto bella, incastonata fra dune e pineta, un fiore all'occhiello del Salento, da tutelare. 

 

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