Fiumi di droga dalla Spagna: un leccese e due brindisini arrestati a Torino

Fiumi di droga dalla Spagna: un leccese e due brindisini arrestati a Torino
di Claudio TADICINI
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Novembre 2017, 11:39 - Ultimo aggiornamento: 20:21
Anche un leccese e due brindisini arrestati nel blitz “Bellavita”, con cui i carabinieri del Ros hanno smantellato un'organizzazione criminale legata alla 'Ndrangheta e dedita al traffico internazionale di ingenti quantitativi di stupefacenti. Tra le dodici persone destinatarie dei provvedimenti cautelari emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Torino, infatti, figurano anche l'80enne leccese Luigi Tommaso Trisolino (trapiantato da tempo nel capoluogo torinese, per il quale sono scattati i domiciliari) nonché i due brindisini Orlando Carella e Giovanni Cannarile, rispettivamente di 48 e 47 anni, entrambi finiti in carcere.
Nel corso dell'operazione, i militari sono riusciti anche a “stanare” due latitanti facenti parte dell'organizzazione, che sono stati localizzati e catturati a Malaga, in Spagna, grazie alla collaborazione con la polizia spagnola.

La droga, anche trecento o quattrocento chili per volta, viaggiava sottovuoto dall'Italia alla Spagna, nascosta in doppi fondi di auto e camion appositamente modificati. È un narcotraffico milionario quello che i carabinieri del Ros hanno smantellato con una organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta. Sono dodici le persone arrestate al termine di una lunga indagine, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Torino. Anni di intercettazioni e pedinamenti che hanno permesso agli investigatori dell'Arma di individuare storiche famiglie 'ndranghetiste dedite all'import di cocaina e hashish in diverse regioni. Ed anche di ricostruire i canali di approvvigionamento e le modalità di trasporto dello stupefacente. Il blitz di questa mattina all'alba, nell'area metropolitana di Torino ma anche a Genova, Reggio Calabria, Brindisi, Lecce, Huelva e Malaga, in Spagna, nascondiglio di Cosimo Piscioneri. Calabrese di 69 anni da tempo trapiantato in Spagna, è il fratello del più noto Rocco Piscioneri, morto lo scorso marzo, considerato il narcotrafficante che dagli anni Ottanta per comprare quintali di droga metteva insieme i cartelli della Locride trapiantati a Torino. Legami «che non tramontano mai», osserva il comandante dei Ros di Torino, Michele Lorusso, che ha illustrato in conferenza stampa i particolari dell'operazione Bellavita, come è stata battezzata dai militari dell'Arma. Rocco Piscioneri era amico di Giuseppe Belfiore, fratello del boss Domenico, ritenuto il mandante dell'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia. E di Rocco Schirripa, il panettiere condannato la scorsa estate - dopo 34 anni - come esecutore materiale dell'omicidio del magistrato, freddato a colpi di pistola in un agguato sotto casa la sera del 26 giugno 1983. Dopo aver raccolto l'eredità del fratello, Cosimo Piscioneri - fermato nella notte in Spagna - era salito al vertice dell'organizzazione. Gli arrestati sono considerati 'broker' della droga, specializzati nel mantenere i rapporti con i narcos e la 'ndrangheta. Tra loro Natale Lupia, 65 anni, e Francesco Pannozzo, 54 anni. Nomi noti nel panorama criminale torinese, che viaggiavano in continuazione tra l'Italia e la Spagna e partecipavano a incontri riservatissimi tra il Piemonte, la Lombardia, la Liguria e la Calabria
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA