Teste di maiale al presidente del Lecce, la pista dell'affidamento dei punti ristoro

Il presidente Saverio Sticchi Damiani
Il presidente Saverio Sticchi Damiani
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Martedì 19 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:07

Batte la pista dell’affidamento dei punti ristoro dello stadio di via Del Mare, l’inchiesta sulle due teste di maiale recapitate nella notte fra lunedì e martedì della scorsa settimana al presidente dell’Us Lecce, l’avvocato e docente universitario Saverio Sticchi Damiani. Un possibile tentativo della criminalità di infiltrarsi nell’economia, l’ipotesi al vaglio delle indagini condotte dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Alberto Santacatterina, con i poliziotti della Digos della Questura. Un tentativo di prendere in gestione, in altre parole il servizio che l’Us Lecce sta valutando di affidare alla professionalità di una società nazionale con anni di esperienza maturata in questo settore negli stadi italiani delle squadre del campionato di serie A di calcio. Una prova di forza per condizionare le scelte su un servizio essenziale per le migliaia di tifosi in attesa di rivedere i giallorossi al confronto con il gotha italiano del pallone. Per questo il fascicolo aperto in Procura ipotizza il reato di tentata estorsione. 

Tentata estorsione

Contro ignoti al momento, in attesa di identificare l’uomo ripreso dalle telecamere installate davanti all’ingresso secondario dello studio legale di Sticchi Damiani, a palazzo Tamborrino, in via Bacile, e stabilire se la sua presenza abbia o meno un nesso con la consegna della testa di maiale con il biglietto “Sticchio puerco”.

E se la stessa persona compaia nei filmati degli impianti di videosorveglianza installati davanti alla residenza del presidente, in via San Francesco d’Assisi, a poche decine di metri dalla villa comunale dove è stato recapitato lo stesso messaggio intimidatorio.

L'attività professionale

E c’è anche un’altra pista che gli inquirenti stanno seguendo, anche se gli indizi raccolti in questa settimana sembrano privilegiare l’altra: l’attività professionale del presidente dell’Us Lecce. L’attività di avvocato, qualche vicenda giudiziaria che avrebbe potuto creare problemi alla parte soccombente fra le cause seguite al Tar ed al Consiglio di Stato.

Le indagini

Due piste, dunque, una più consistente. Per capire chi e con quali metodi potrebbe avere manifestato contrarietà all’ipotesi di affidare all’esterno la gestione dei punti ristoro ancora prima di manifestarla con modalità che sembrano richiamare quelle della criminalità organizzata, gli inquirenti stanno verificando se Sticchi e gli altri componenti della dirigenza giallorossa siano stati avvicinati sia da operatori del settore che da altra gente interessata. Con quale approccio? Con quali parole? Un semplice interessamento per cercare di capire se e quali opportunità di potrebbero essere per prendere le redini di un settore certamente redditizio? O un atteggiamento anche solo velatamente minaccioso? Se l’approccio c’è stato, è stato condizionato da qualche noto esponente della criminalità capace di rappresentare una minaccia solo per il fatto di esserci o di essere citato?

Tentata infiltrazione della criminalità

Sono tutte circostanze che Procura e Digos stanno appurando. Certa l’esclusione della pista su qualche problema sorto nella vita privata di Sticchi Damiani poiché non è emerso nulla di riconducibile a quelle minacce. Come pure viene escluso il coinvolgimento dei tifosi, non fosse altre per le tre promozioni ottenute con la gestione di questo presidente. Come è evidente la speditezza con cui stanno proseguendo le indagini: l’obiettivo è fare presto per sgombrare il campo dalla possibilità che anche la criminalità voglia salire sul treno del ritorno del Lecce in serie A.

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