Test di Medicina, le speranze di 1.500 ragazzi al Palafiere: le storie. In dieci si presentano senza Green pass: ecco cosa è accaduto

Test di Medicina, le speranze di 1.500 ragazzi al Palafiere: le storie. In dieci si presentano senza Green pass: ecco cosa è accaduto
di Serena COSTA
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Venerdì 3 Settembre 2021, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:34

L’esercito dei 1.500 aspiranti medici ha affollato nella giornata di ieri il Palafiere di piazza Palio, a Lecce: tanta ansia, ma anche tanti sorrisi esausti dopo lo sprint del test di accesso alla facoltà di Medicina, che ha richiesto la risposta in 100 minuti a 60 domande su logica, cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica. 
Come già appurato nei giorni scorsi, oltre un terzo di loro, ovvero 540 ragazzi, hanno indicato come sede di preferenza quella di Lecce, che da quest’anno ospita la facoltà di “Medicina e Chirurgia” a forte vocazione tecnologica e bio-ingegneristica. Una svolta per il capoluogo salentino, che ieri ha attratto studenti provenienti dalle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
A sostenere i giovanissimi un altrettanto folto gruppo di familiari, amici ed ex compagni di scuola, che si sono riversati sulla piazza per dare sostegno psicologico. A chi è uscito per primo dai cancelli del Palafiere è stato chiesto da alcuni genitori in apprensione quanto fosse difficile la prova: il passaparola funziona ancora anche ai tempi dei social e in breve si è capito che a fare la parte del leone sono state le domande di matematica e di chimica.

(Da sinistra, Raffaele Sergio, Noemi Molinaro, Alessia Cazzolla e Manuela Inguscio)

Proprio come racconta Raffaele Sergio, al suo personale secondo tentativo di accesso alla facoltà medica: «È stato sicuramente meno difficile di quello dello scorso anno, ma ho deciso di non rispondere a 10 domande per non ottenere un punteggio negativo – racconta lo studente, che al momento è iscritto a Biotecnologie –. Mentre non ho trovato particolari difficoltà nella logica e nella cultura generale, mi sono arenato su matematica e chimica. C’è anche da dire che sono molto emotivo e che l’ansia mi passa solo quando mi rassegno davanti all’ostacolo», sorride il giovane di Gagliano del Capo, che ha scelto come prima sede quella di Milano.
Test particolarmente impegnativo, invece, è stato per Noemi Molinaro, anche lei alla seconda volta: «Per fortuna che sono iscritta a Chimica e tecnologia farmaceutica, la preparazione in queste materie mi ha aiutata molto – racconta la giovane brindisina –. Ho scelto come prima sede Chieti, perché studio già lì, ma avrei ampiamente preferito frequentare la facoltà di Lecce, perché la curvatura bio-ingegneristica sono certa che sarà una vera e propria bomba di innovazione per il futuro. Ma non ho voluto rischiare vista la scarsità di posti qui, appena 60, mentre a Chieti ce ne sono 300».
Primissima volta per Manuela Inguscio, neodiplomata dal liceo classico di Nardò: «Non vorrei esprimermi troppo, per scaramanzia, ma sono contenta rispetto alle mie aspettative: i test sono imprevedibili e poi matematica e fisica non mi appartengono per nulla, così non ho risposto affatto alle domande su quelle materie. Il mio sogno è diventare chirurgo plastico, perché la mia ambizione è restituire un’immagine alle persone, soprattutto a chi ha subìto incidenti stradali o interventi chirurgici molto invasivi».
Neofita del test di Medicina è anche l’ex banzina Alessia Cazzolla, che vorrebbe diventare medico legale: «Sono soddisfatta perché so di aver dato il massimo; poi, se non dovesse andar bene, riproverò l’anno prossimo.

Quando mi sono trovata il test davanti agli occhi, sono entrata nel panico. Poi, pian piano, sono riuscita a riprendere quota e ho tenuto botta più o meno su tutti gli argomenti, tranne che su fisica. Mi appassiona la medicina legale, perché il mio sogno è riscattare le vittime di reati: non a caso, mi piace molto approfondire i grandi casi di cronaca nera e poi non ho perso una puntata dell’Allieva, la fiction tratta dai romanzi di Alessia Gazzola». Chissà se questi giovani riusciranno a realizzare i propri sogni: anche i test servono per capirlo.

 

L'inconveniente

 

In dieci si presentano senza green pass e senza tampone con esito negativo, per sostenere il test per Medicina: da qui la corsa per fare il tampone e il personale amministrativo di UniSalento ha messo le mani nel portafoglio per pagarlo a un ragazzo che non aveva soldi con sé.
È accaduto al Palafiere di Lecce dove circa 1.500 salentini si sono presentati per sostenere la prova utile all’accesso al corso di laurea in Medicina. L’eventualità di candidati senza green pass e senza esito a seguito di tampone era stata ipotizzata da UniSalento che per questo aveva preventivamente preso accordi con una struttura autorizzata ad eseguire l’esame, ma non era stato considerato che qualcuno si presentasse senza portafoglio.

Il gesto verso il ragazzo all'esame senza denaro


Dall’evidente sconforto del ragazzo, alla decisione del personale amministrativo di pagare per lui è passato un attimo: nessuno ha voluto che il giovane aspirante dottore perdesse l’occasione e dovesse attendere un altro anno prima di riprovarci. 
La spesso vituperata Pubblica Amministrazione ha dato un piccolo, ma significativo esempio di senso di responsabilità.

(Ha collaborato Maddalena Mongiò)

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