Tensione sul voto a Nardò. "Candidato M5S aggredito in piazza": la denuncia di Casili. Bellanova e Stefano: «Chiarezza dal Pd»

Tensione sul voto a Nardò. "Candidato M5S aggredito in piazza": la denuncia di Casili. Bellanova e Stefano: «Chiarezza dal Pd»
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Sabato 2 Ottobre 2021, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 10:39

"Un candidato M5S brutalmente aggredito in piazza". Tensione sul voto alle comunali di Nardò con le parole di Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente di spicco dei pentastellati, che con un post su Facebook parla di un episodio che sarebbe accaduto ieri sera nelle ore "calde" degli ultimi comizi prima dell'apertura delle urne per la scelta del sindaco

La prima diagnosi: frattura alla mano ed esami all'orecchio dopo il pugno

"Questa la splendida piazza Salandra  a nostro sostegno - scrive Casili commentando le foto del comizio - una bellissima serata macchiata dall’ intollerabile, raccapricciante violenza fisica subita da un nostro candidato del M5S, Tiziano De Pirro, che è stato brutalmente aggredito in mezzo alla piazza". Ed è poi lo stesso leader dei 5 Stelle ad entrare nel merito della prima diagnosi: "Frattura della mano e in attesa di valutazione dell’otorino per il violento pugno ricevuto.  A Tiziano mandiamo un forte abbraccio".

Il pentastellato Casili

«Una bellissima serata macchiata dall’ intollerabile, raccapricciante violenza fisica subita da un nostro candidato del M5S Tiziano De Pirro che è stato brutalmente aggredito in mezzo alla piazza. Frattura della mano e in attesa di valutazione dell’otorino per il violento pugno ricevuto - denuncia il vicepresidente del Consiglio Regionale Cristian Casili -. A Tiziano mandiamo un forte abbraccio. Non si può durante un comizio incitare all’abbandono della piazza per evitare “brutti incontri con chi ha rappresentato il male in questa città”, cioè noi. E questo lo ha urlato forte dal palco il  sindaco uscente, Pippi Mellone. I toni non devono mai incitare alla violenza, in una città che non sopporta più questo clima d’odio».

Una partita a quattro per la corsa a sindaco

Casili è uno dei maggiori sostenitori della candidatura a sindaco di Carlo Falangone, alla guida di una coalizione progressista di cui fanno parte anche il Pd e il Movimento 5 Stelle. A Nardò è una partita a quattro. In campo Pippi Mellone, sindaco uscente, che corre per il bis; Mino Frasca, alla guida di una coalizione civica di centrodestra; Stefania Ronzino con una lista civica di sinistra.

La difesa di Pippi Mellone

«Le ragioni dello scontro tra due signori in piazza Salandra – dice Pippi Mellone – sono di natura esclusivamente calcistica. Una contrapposizione personale nata non certo ieri sera e comunque in contesti lontanissimi dalla politica. Non c’entra la politica, quindi, non c’entrano le candidature, non c’entrano le elezioni. Sicuramente questi signori potevano regolare le proprie questioni altrove e in modo infinitamente più civile. Da parte mia auguro alla persona aggredita una pronta guarigione. Detto ciò, è stomachevole che i soliti sciacalli provino a strumentalizzare perfino queste circostanze. Siamo stanchi di veder utilizzato ogni pretesto per cercare di avere un tornaconto politico. Un atteggiamento da avvoltoi e una retorica di cui si devono vergognare».

La solidarietà di Falangone

«Esprimo tutta la solidarietà mia e dell’intera coalizione al candidato del MoVimento 5 Stelle aggredito da un sostenitore del sindaco uscente Giuseppe Mellone - dice il candidato sindaco del centrosinistra Carlo Falangone . Un episodio grave, che macchia questa campagna elettorale e l’immagine della nostra città. Quando si incita all’odio e si offende l’avversario in modo violento queste sono le conseguenze.

Scene vergognose che non possono essere tollerate. Un sindaco non può qualificare come “il male” coloro che non lo sostengono, non può invitare i cittadini a sgomberare la piazza per “non fare brutti incontri».

Il senatore del Pd Dario Stefàno

«A Nardò si sono svolti fatti gravissimi nel corso dei comizi di chiusura della campagna elettorale: pugni al volto e insulti omofobi, violenza fisica e verbale contro attivisti e il candidato sindaco Tiziano De Pirro a cui esprimo la mia solidarietà. Aggressioni neofasciste perpetrate da alcuni sostenitori del sindaco uscente Pippi Mellone - vicino da sempre alla destra estrema - e scatenate dalle sue parole gravi e agghiaccianti contro gli avversari politici che 'rappresentano il male della città' e per questo 'saranno asfaltati' - commenta il senatore del Pd Dario Stefàno -  E questo sarebbe il sindaco illuminato che ha aperto la mente a qualche nostro compagno di viaggio e di partito? Sono mesi che denuncio la vera e propria emergenza democratica che vive Nardò e l'inaccettabile sostegno offerto dal governatore Emiliano alla candidatura di Mellone. Mi auguro che dopo questi fatti, a prescindere dall'esito delle elezioni, i vertici del Pd prendano coscienza di ciò che sta avvenendo. La nostra comunità non può avere nulla a cha fare con gente così. Mi aspetto parole chiare, forti e decisioni conseguenti».

La presidente di Italia Viva, Bellanova

«Ció che si è verificato a Nardó è inaccettabile. I luoghi di manifestazione politica, scenari di confronto, mai dovrebbero essere teatro di violenza. Mai. In tanti mi hanno inviato messaggi per chiedere in quale modo si può arginare questa situazione. Ho risposto con molta franchezza. Si sarebbe dovuto agire prima»: lo scrive la presidente di Italia Viva, Teresa Bellanova. «Non è la prima volta - prosegue Bellanova - che Nardó e, nello specifico chi la amministra, balza agli onori della cronaca per episodi poco edificanti. Quanto in quel Comune è accaduto politicamente in questi anni avrebbe meritato una riflessione profonda e accurata. Le classi dirigenti che fanno capo al maggior partito del centro-sinistra hanno molto spesso minimizzato, lasciando correre o peggio ammutolendo davanti  alla forza dei numeri. Dei più forti. Come se solo la forza dei numeri garantisse il diritto a esprimere il proprio democratico dissenso. Ricordo in uno degli ultimi congressi Pd lo scandalo che fece di Nardó un caso nazionale. Fummo in pochi a denunciare la presenza tra i votanti alle primarie di un corposo numero di fascisti. In questi anni quel Comune e i suoi amministratori hanno creato un filo diretto con quella parte di politici a sinistra che alla forza delle idee ha preferito legittimare la forza dei numeri. Quelli che pur di stravincere nelle ultime competizioni regionali hanno stretto un patto inossidabile con sindaco di Nardó, gran portatore di voti, senza alcun discrimine sulle idee. Quella parte di sinistra che a forza di additare avversari da combattere ha scientemente imbarcato pezzi di estrema destra pur di difendere rendite di posizione. Smarrendo irrevocabilmente allo stesso tempo la rotta, i valori, la connessione con il reale, dicendo tutto e il contrario di tutto. E ha praticato la possibilità del tutto. Con una unica priorità: vincere purchessia.
Apprezzo le prese di posizione di esponenti politici locali del PD ai quali mi lega un'amicizia umana, ma leggendoli non posso esimermi dal dire una cosa scomoda. Senza una critica radicale dello stato di fatto, qualsiasi presa di posizione rischia di essere solo una pantomima».

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