«Non lo escludo. Ma prima vorremmo capire le intenzioni del primo cittadino. Lui ha vinto le elezioni presentando un programma agli elettori: deve provare a realizzarlo. Il pallino è nelle sue mani, non nelle nostre».
«Dico solo che è Salvemini a dover decidere se continuare oppure no. Noi non ci poniamo, stasera, il problema di buttarlo giù, ma se dovessimo ritenere che la Giunta continua a languire e che tornare al voto sarebbe un passo utile per la città, allora non avremmo scrupoli a dimetterci».
«Fosse stato così non avremmo preso il 52% delle preferenze al primo turno. E la campagna elettorale è stata viziata da un equivoco, cioè dall’offerta di Delli Noci, che ha proposto una “alternativa”, ma sotto banco si era già accordato con il centrosinistra. Se si votasse ora, il quadro sarebbe molto più chiaro».
]«Assolutamente no. Lo stesso non può dire qualcuno nella coalizione di governo. Oggi i tentativi di “acquistare” nostri consiglieri da parte loro sono continui e diffusi
«Credo abbiano contattato tutti tranne me, ma nessuno si venderà. E sono anche convinto che queste iniziative non siano affatto sollecitate da Salvemini - lo conosco - ma da qualche suo assessore, che ha paura di nuove elezioni».
«“Non perdo mai: o vinco o imparo” diceva Nelson Mandela. E noi abbiamo imparato, non commetteremo gli errori del passato. Il candidato sindaco verrebbe scelto grazie a un percorso di consultazione democratica, come le primarie. Non dobbiamo dimenticare che, nel frattempo, ci sarebbe l’importante passaggio delle Politiche, in vista del quale, mi auguro, il centrodestra sarà ricomposto».
«Se si dovesse andare al voto, chiunque vorrà presentarsi dovrà superare una fase di verifica democratica del consenso».
«È difficile trovare una sintesi fra programmi diversi che, sotto l’egida del bene per la città, riesca a portare a un’intesa. È evidente che se il Consiglio di Stato ci darà ragione e Salvemini riterrà di andare avanti, valuteremmo le questioni che vorrà sottoporci. Se, per esempio, ci offrisse la possibilità gratuita di smontare il filobus, noi ci saremmo. Ma l’autoesaltazione di questi mesi, drogata peraltro da una illegittima assegnazione dei seggi in Consiglio, non avvicina le nostre posizioni».
«Se ci sarà spazio per me, bene. Altrimenti continuerò a lavorare e a curare gli interessi delle aziende della mia famiglia».
Adriana Poli Bortone, in caso di nuove elezioni, sosterrebbe chiunque tranne lei. Lo sa?
«Poli Bortone dimentica che io non sono candidabile. Dunque il problema non si pone».