Salento, multe col photored non contestate: indagato ispettore di polizia

Il tribunale di Lecce
Il tribunale di Lecce
di Mino MARINAZZO
2 Minuti di Lettura
Sabato 5 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:07

Guai dalle vecchie chat mai cancellate dallo smartphone. L’ispettore superiore della polizia municipale di Taviano, Roberto Napolitano, è accusato di non avere avviato la procedura per contestare due infrazioni del codice della strada rilevate con il photored nel 2015. Fra i suoi compiti anche quello validare le infrazioni del codice della strada. 
Abuso di ufficio, sostiene l’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Donatina Buffelli, con i finanzieri della Compagnia di Gallipoli, e chiusa nei giorni scorsi. Accuse che potrà contestare con un interrogatorio o una memoria, assistito dall’avvocato difensore Biagio Palamà.

I fatti


Tutto nasce da uno scambio di messaggi con un imprenditore del settore dei carburanti. Uno scambio risalente nel tempo, nella primavera del 2015, ma che quell’imprenditore ha conservato nella memoria del suo telefono cellulare. E quei messaggi sarebbero rimasti lì dimenticati dal trascorrere degli anni e dalla sovrapposizione di migliaia di altre comunicazioni, se non cancellati da qualche app con programmazione a tempo, se intanto non ci fosse stato il blitz dell’11 marzo del 2019 dei finanzieri di Gallipoli nelle case e negli uffici di imprenditori e dipendenti coinvolti in un’inchiesta su un traffico illecito di carburanti.
Quel cellulare fu sequestrato insieme ad altri dispositivi di memoria per essere analizzato allo scopo di trovare riscontri alle accuse ed eventuali altri nuovi indizi.

Fra i controlli anche quelli della messaggistica. Con un fuori programma: le richieste inviate dall’imprenditore all’ispettore Napolitano di annullare le due infrazioni contestate alla figlia. Perché era neopatentata, perché le sarebbero stati tolti punti dalla patente ed altri esternazioni analoghe. 


Quali infrazioni? Entrambe per mancanza osservanza del semaforo rosso. La prima del 7 marzo del 2015, attorno alle 21, a Taviano, fra via Regina Margherita e via Patata a Mare. La seconda poco meno di un mese dopo, il 4 aprile, attorno alla mezzanotte, tra via Fani e via Regina Margherita.
Quattro gli anni trascorsi fra le infrazioni ed il blitz, abbastanza per verificare se il messaggio all’imprenditore avesse avuto seguito oppure se fosse stato ignorato. Ipotesi ancora pendente - al momento la ricostruzione è solo quella dell’accusa - anche perché l’ispettore Napolitano è conosciuto a Taviano come un poliziotto municipale irreprensibile.
Non furono trovati i verbali di contestazione a quelle violazioni del codice della strada, quando i finanzieri controllarono quel fascicolo nella sede della polizia municipale di Taviano. C’erano le vidimazioni delle infrazioni, ma non i verbali. Come se, insomma, le infrazioni rilevate dal photored non avessero avuto alcun effetto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA