Morto prima di realizzare il suo sogno: adottare un bimbo. Addio tra le lacrime allo chef sfortunato

Morto prima di realizzare il suo sogno: adottare un bimbo. Addio tra le lacrime allo chef sfortunato
di Attilio PALMA
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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 10:18
Sono stati eseguiti ieri mattina, nella camera mortuaria dell'Ospedale Vito Fazzi di Lecce, l'ispezione cadaverica esterna e gli esami tossicologici sul corpo di Alessandro Nocco. Lo chef del Bellavista Club di Gallipoli, 42anni, di Taviano, è deceduto a causa della ferita alla testa provocatagli dal violento impatto della sua Smart contro una cappella votiva dedicata a Santa Lucia e ubicata a pochi metri dalla sede stradale sulla provinciale Taviano-Alezio. Gli accertamenti sono stati disposti dal sostituto procuratore Paola Guglielmi che già nel corso della stessa mattinata ha emesso il nulla osta per il rilascio della salma ai familiari. I funerali saranno celebrati questo pomeriggio nella chiesa di San Martino.
Ed è iniziato già ieri il via vai commosso di amici, parenti e conoscenti nell'abitazione in via Manzoni. Nocco percorreva lunedì mattina la strada per recarsi al lavoro quando, stando alla ricostruzione compiuta dai carabinieri della stazione di Taviano, ha perso il controllo del mezzo, forse a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia, uscendo fuori dalla carreggiata e andando a sbattere contro una cappella votiva. Lo chef è morto praticamente sul colpo e vano è stato ogni tentativo di rianimarlo. Era sposato con Maria Grazia Picca e insieme a lei stava portando avanti il sogno di adottare un bambino. La sua morte ha scosso l'intera cittadina. Era molto conosciuto e apprezzato dai colleghi. Esattamente due anni fa, il 20 ottobre dl 2016, era stato vittima, sulla stessa strada, di un altro incidente: alla guida del suo scooter aveva tamponato un'auto, era stato a lungo ricoverato in Rianimazione, ma ce l'aveva fatta.
Decine e decine i post di addio pubblicati sul suo profilo Facebook. Molto toccante è quella di una collega, Francesca Sansò, una delle receptionist del Bellavista Club che lunedì mattina lo aveva ripetutamente chiamato al telefono non vedendolo arrivare come al solito: «Non volevo scriverti sai Alessandro Nocco perché pensavo, tanto non potrà leggerlo così come non ascolterà mai il mio messaggio vocale quando mi sono preoccupata nel non vederti arrivare a lavoro». È stata lei la prima a ricevere la tremenda notizia della morte di Alessandro: «Poi la telefonata a Maria Grazia e la voce dall'altro lato che ci dava la terribile notizia. Credimi, in portineria è calato il silenzio, il vuoto, io e Michele non so per quanto tempo abbiamo girato con le mani in testa senza capire, sperando che non fosse vero. Poi il dolore negli occhi del direttore e la certezza di averti perso. E da lì la mente è tornata a due anni fa, anche allora toccò a me ricevere quella telefonata! Ricordo la felicità al tuo rientro e quel tuo abbraccio misto alle lacrime... Ho ancora davanti agli occhi la tua felicità e gli occhi pieni di lacrime quando mi dicesti che il vostro sogno si stava per realizzare. Dieci anni di lavoro, quanti litigi ma ogni volta tu scendevi in portineria e mi dicevi zia Checca. E tutto si concludeva con una risata». E ancora: «Non mancavano mai i tuoi messaggi e i tuoi saluti quest'estate. Alessandro dove ora tu sei riesci a leggere nei cuori e senti ciò che il mio ti dice. Dona il tuo sorriso alla tua splendida Maria Grazia e a tutti i tuoi familiari affinché riescano ad accettare ed affrontare questo immenso dolore. Manchi e mancherai tanto grande uomo e grande amico. Buon viaggio chef».
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