Tari, in soli sei mesi scovati 1.474 evasori

Tari, in soli sei mesi scovati 1.474 evasori
di Maria Grazia FASIELLO
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Domenica 14 Luglio 2019, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 11:10

Altri 1.474 evasori della Tari scovati nei primi sei mesi di quest'anno e più di 100 multe elevate grazie alle fototrappole installate in vari punti del territorio urbano.
La lotta all'evasione fiscale si intensifica, in particolare sul fronte della tassa sui rifiuti: «I dati relativi all'attività di controllo da parte del Gruppo Lotta all'Abbandono sono ancora parziali spiega l'assessore alle Politiche ambientali, Angela Valli -, ma non c'è dubbio che andremo avanti perché i cittadini virtuosi, che sono la maggior parte, non debbano subire le mancanze e l'inciviltà di alcuni».

Poco meno di 1.500 evasori sono stati scovati grazie alle 5.796 verifiche sui pagamenti della Tari effettuati nel corso del semestre dall'ufficio Tributi insieme ai funzionari dell'Ambiente. Non solo. Alle 103 multe fatte grazie alle fototrappole si aggiungono i verbali elevati per i conferimenti dei rifiuti non conformi, verbali grazie ai quali sono stati incassati 22.800 euro. Dati e numeri che si aggiungono a quelli relativi alla scorsa consiliatura, quando in poco più di otto mesi il Comune scovò 1.325 evasori fiscali, recuperando alle casse dell'ente oltre 800mila euro.

In tutto, dunque fra 2018 e primo semestre del 2019 Palazzo Carafa ha scovato 2.799 cittadini che non hanno mai pagato la Tari, liberandosi quindi della spazzatura per strada, nelle campagne, nei bidoni dei condomini non protetti da cancelli o nei cestini gettacarte della città, giacché per ricevere i bidoncini della differenziata è necessario dimostrare di aver pagato le tasse.

L'obiettivo di riportare in regime di regolarità contributiva tutti i leccesi è ancora lontano: si stima una fetta di evasione Tari del 20-25%. Ma, intanto, i controlli serrati hanno consentito di centrare risultati importanti grazie all'attività sinergica di più uffici, riuniti nel Nucleo intersettoriale di vigilanza per la lotta all'abbandono dei rifiuti, coordinato dal segretario generale del Comune e che coinvolge funzionari dei settori Ambiente, Tributi e Polizia locale. Grazie al lavoro di questo gruppo, si sta gradualmente mettendo ordine in un ambito, quello della lotta all'evasione, che a Lecce non ha mai brillato, costringendo la Corte dei Conti a ripetuti richiami e interventi.

Banche dati nel caos - basti dire che, dal 2013, poco meno di 2.000 defunti hanno continuato a ricevere le cartelle di pagamento Tari, come rilevato tempo addietro da Nuovo Quotidiano -, una lotta all'evasione fiscale inefficace, nonostante il dispendio di risorse, denaro e personale: il recupero delle tasse evase, per il Comune capoluogo, è sempre stato bassissimo, di molto al di sotto del 50%, come hanno scritto e ribadito, in diversi documenti ufficiali, i revisori dei conti comunali e la Corte dei Conti.

«Su 1.300.000 di accertamenti totali 2014, nulla è stato a oggi incassato» hanno evidenziato i giudici contabili in una recente relazione. Anche per questo il Comune ha rinnovato il protocollo con Agenzia delle Entrare e Guardia di finanza, instillandogli maggior forza. Esso prevede, al punto uno, «lo studio delle informazioni presenti nell'Anagrafe tributaria e nelle banche dati comunali, al fine di consentire lo sviluppo di processi di analisi del rischio utili a individuare comportamenti elusivi ed evasivi di tributi statali e locali».

Un lavoro complesso e articolato, quello della lotta all'evasione fiscale, ma che continua a dare i suoi frutti in una città dove, a non pagare le tasse a quanto pare - sono ancora troppi.

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