Concessioni agli stabilimenti balneari solo per 3 anni? Bocciato il Comune. I giudici: «Paghi anche le spese legali»

Concessioni agli stabilimenti balneari solo per 3 anni? Bocciato il Comune. I giudici: «Paghi anche le spese legali»
di Alessandra LEZZI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Aprile 2021, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 15:04

A 24 ore dalla discussione a Palazzo Spada, i giudici del Consiglio di Stato pubblicano la decisione sui balneari di Lecce. Rigettata, con ordinanza cautelare, la richiesta da parte del Comune di sospensiva della sentenza del Tar Lecce e condanna di Palazzo Carafa alle spese legali. Diciassette gli stabilimenti balneari che si sono costituiti in giudizio, il che significa – con mille euro di condanna per ordinanza – 17mila euro di spese legali. A difesa degli atti del Comune di Lecce, l’avvocato Silvestro Lazzari, il legale che nei mesi scorsi aveva suggerito a giunta e tecnici di Palazzo Carafa la strada della proroga tecnica triennale come alternativa alla tanto discussa proroga fino al 2033 di tutte le concessioni demaniali marittime esistenti lungo la costa leccese.

L'antefatto

Il resto è storia nota: uno dopo l’altro, i titolari degli stabilimenti del capoluogo salentino hanno impugnato le decisioni arrivate dal comune e chiesto a gran voce l’applicazione di quanto previsto nella legge 145 del 2018, ossia la proroga al 2033. Il Tar di Lecce ha dato loro ragione con una serie di sentenze nelle quali il presidente Antonio Pasca, pur ribadendo la necessità dei bandi per l’assegnazione di parte del litorale, ha però ogni volta sottolineato tre princìpi di fondo. Il primo, che spetta solo ad un giudice e non ad un qualunque funzionario disapplicare una norma vigente, e la legge 145 lo è a prescindere dalle diverse sentenze in materia demaniale. Il secondo, che la Direttiva Bolkestein non è auto-esecutiva e che quindi risulta indispensabile l’intervento del legislatore nazionale. Il terzo, che la disapplicazione di una norma è di per sé fatto grave salvo che si disapplichi per applicarne una di rango superiore, e che dunque nel caso specifico leccese non si è applicata la norma nazionale che prevede le proroghe ma nemmeno la Direttiva Bolkestein che prevede i bandi. Il Comune leccese chiede la sospensiva della sentenza del Tribunale amministrativo leccese, in attesa poi di una più puntuale sentenza di merito. Diciassette gli stabilimenti che si sono opposti al ricorso di Palazzo Carafa. Presenti, per loro, diversi avvocati, tra i quali Danilo Lorenzo, Bartolo Ravenna, Pietro Nicolardi. Di stamattina la pubblicazione delle ordinanze cautelari.

Non è stata fissata l’udienza per la discussione nel merito.

Le parole del sindaco

«Il Consiglio di Stato - commenta il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini - ha respinto la richiesta presentata dal Comune di "sospendere" le sentenze con le quali il Tar di Lecce ha definito illegittimo il diniego firmato dal dirigente sulla richiesta di proroga al 2033 delle concessioni in scadenza. La V sezione del CDS ha ritenuto quindi di non doversi esprimere sul merito della questione: se cioè sia legittimo o meno concedere una proroga delle concessioni demaniali marittime al 2033, come richiesto dai gestori balneari. Pertanto non è stata esaminata la questione di diritto posta a base della controversia e, in particolare, la compatibilità della normativa italiana con il diritto comunitario. Che ha innescato da tempo conflitto giurisprudenziale, dibattito dottrinale, avvio di procedimenti penali. È utile ribadire che nulla cambia per la stagione balneare 2021: i concessionari demaniali dispongono infatti dei titoli autorizzativi per esercitare tranquillamente la propria attività. E' sul futuro che resta l'incertezza».

Nell'attesa del pronunciamento di merito, dunque, il sindaco auspica «fortemente, che intervenga nel frattempo una nuova disposizione del Governo, come in tal senso sollecitato sia da ANCI che da AGCM allo scopo di dare certezze agli imprenditori e tranquillità agli amministratori. L'invito come sempre è quello di misurarsi con una materia così complessa e controversa senza proclami e senza anticipare conclusioni definitive».

© RIPRODUZIONE RISERVATA