Tap, la perizia: non applicabile la direttiva Seveso. «Ma la valutazione ambientale è insufficiente»

Tap, la perizia: non applicabile la direttiva Seveso. «Ma la valutazione ambientale è insufficiente»
di Alessandro Cellini
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Mercoledì 21 Novembre 2018, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 16:02
Il gasdotto Tap non è assoggettabile alla normativa Seveso, che riguarda i rischi rilevanti nei grossi impianti industriali. E' la conclusione cui sono giunti i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine. La perizia è stata depositata questa mattina.

Secondo i periti (gli ingegneri Fabrizio Bezzo, Davide Manca e Lionella Scazzosi), «non vi è alcun elemento tecnico che possa indurre a una diversa interpretazione del sistema in termini di direttiva Seveso qualora i due progetti (il gasdotto Tap che arriva fino a San Foca e la successiva condotta Snam di allaccio alla rete nazionale che giunge fino a Mesagne, ndr) fossero interpretati come opera unitaria, cumulativa o sequenziale». «Per quanto riguarda - aggiungono gli esperti - la progettazione tecnica-ingegneristica e la cosiddetta direttiva Seveso (...) non c'era alcun obbligo di procedere a uno studio e a una valutazione di tipo unitario» dei due impianti.

Diverso, invece, il discorso della valutazione ambientale-paesaggistica. I periti sostengono che «avrebbe dovuto essere predisposta parte dello studio con la finalità di una valutazione complessiva dell'opera fino alla connessione alla rete nazionale, con un approccio almeno di massima; oppure avrebbero dovuto essere trovate altre soluzioni per giungere allo stesso risultato tecnico». Lo studio proposto da Tap dal punto di vista ambientale, dicono i periti, «è nel complesso insufficiente allo scopo».

«In conclusione - scrivono i periti - non sono state trovate, in Italia o in Europa, strutture tecnologiche analoghe al terminale Prt di Tap in cui sia stata applicata una qualche forma della direttiva Seveso».
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