Tap, tensione a San Foca. I sub pronti a immergersi, ma gli attivisti accusano: «Danni pure alla Via Francigena»

La nave di Tap al largo di San Foca (foto di Marco Verri)
La nave di Tap al largo di San Foca (foto di Marco Verri)
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Mercoledì 31 Ottobre 2018, 19:56
Sono ore di tensione a San Foca. Dopo l’avvio del cantiere marino e mentre si completano i lavori a terra propedeutici alla realizzazione del terminale di ricezione del gasdotto, si accende la rabbia dei No Tap che si sentono «sotto assedio» e chiedono «aiuto a tutti», e quella del governatore pugliese, Michele Emiliano, che accusa il M5S di avere «preso in giro» i pugliesi promettendo lo stop dell’opera quando sarebbe stato al governo. «Arrivati a Roma - accusa il presidente della Regione - si sono fatti mangiare dalle lobby come Renzi e Calenda. Vergogna». All’alba di domani dovrebbero partire i lavori in mare, al largo della spiaggia di San Foca, a Melendugno, per creare il cosiddetto “palancolato”, cioè una sorta di muro che, secondo la multinazionale, terrà al riparo le piante acquatiche di Cymodocea dai sedimenti creati dalla “talpa” che scaverà il microtunnel. Quest’ultimo sbucherà in mare a 800 metri dalla costa, dove l’acqua è profonda 25 metri. Nel microtunnel, lungo in tutto 1,6 chilometri, verrà inserito il tubo del gasdotto che arriverà fino a terra, ad 800 metri dal mare, dove ci sarà la centrale del terminale di ricezione (Prt).
La nave dalla quale si caleranno i sub di Tap, la Adhémar De Saint Venant, è già a mezzo miglio dal litorale di San Foca. «Sembra un mostro», affermano i “No Tap”, «ora più che mai serve la risposta di tutta la popolazione». In mattinata circa 50 attivisti hanno presidiato l’area a ridosso della strada provinciale Melendugno-Calimera, dove Tap sta realizzando le strade su cui i camion raggiungeranno la zona in cui sorgerà il Prt del gasdotto che dall’Azerbaijan porterà 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas in Europa (un terzo sarebbe già stato acquistato da Enel, Edison ed Hera). Secondo i No Tap, però, i lavori a terra attraversano una vasta porzione di uliveto con alberi monumentali che dovranno essere eradicati. I lavori, aggiungono, prevedono anche l’abbattimento di una vicina antica via Francigena. Anche per questo gli attivisti hanno convocato, per il 2 novembre, un’assemblea pubblica sul «paesaggio» affermando di essere «sotto assedio». La proposta di Emiliano - ribadita anche oggi dal governatore - di spostare l’approdo in una zona a minore impatto ambientale, e cioè a Brindisi dove il gasdotto si sarebbe collegato, senza bisogno di ulteriori opere, alla rete nazionale Snam, è stata esclusa. Eppure «spostare Tap in un posto meno dannoso è una cosa semplice», afferma il governatore lamentando di non essere stato convocato dal governo forse perché, sostiene Emiliano, «le strutture tecniche della Regione Puglia avrebbero sbrindellato le stupidaggini che sono state propinate al popolo del M5S, per dire semplicemente che anche questo governo, come i precedenti, è schiavo delle lobby». Emiliano fa notare che «hanno chiamato solo il sindaco di Melendugno e poi lo hanno anche definito un teppistello». Secondo la tabella di marcia di Tap, i lavori per la realizzazione del terminale di ricezione, che si estenderà su un’area di circa 12 ettari (3.500 metri quadri di uffici), dovrebbero cominciare lunedì e concludersi entro la fine del 2019. Quelli in mare, entro fine anno.
(Vi.Chi. Ansa)
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