Gasdotto, sindaci uniti: sì al Tavolo Salento con il ministro, ma per ora non si tratta con Tap e Snam

L'assemblea dei sindaci
L'assemblea dei sindaci
di Valeria BLANCO
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Lunedì 27 Novembre 2017, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 11:34

L’unità del territorio come valore fondamentale. Lungo questo percorso si sono mossi i 39 sindaci (più due assessori) che hanno preso parte ieri all’assemblea convocata dal presidente della Provincia, Antonio Gabellone, per discutere di Tap. La novità è che, proprio nel nome dell’unità, al tavolo questa volta si sono seduti i sindaci del “fronte del no”, cioè quelli di Melendugno, Calimera, Vernole e Martano, che appena qualche settimana fa avevano deciso di disertare l’assemblea «per non certificare la spaccatura del territorio».
E dopo un dibattito-fiume, il compromesso alla fine si è trovato: no a Tap (anche se qui bisogna distinguere tra chi è contro il gas tout court e chi invece è solo contro l’approdo a Melendugno) e sì invece al confronto con il governo sui temi di ambiente e salute. Già incassata, infatti, la disponibilità del governo a un confronto con il territorio, da cui non potrà essere esclusa la Regione. E il ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, potrebbe essere a Lecce forse già nel mese di dicembre per quello che è stato ribattezzato Tavolo Salento.
I sindaci hanno quindi stabilito di attendere il completamento dell’iter autorizzativo (è in corso la procedura di Via, Valutazione di impatto ambientale per la condotta Snam da Melendugno a Mesagne) e hanno preso l’impegno - dopo un richiamo alla responsabilità ribadito più volte dal sindaco di Lecce, Carlo Salvemini - di rispettare quello che sarà democraticamente deciso. Solidarietà è stata espressa da molti sindaci sia agli abitanti di Melendugno - che in queste settimane vedono il loro territorio quasi militarizzato e limitate le loro libertà - ma anche alle persone e ai partiti politici che nei giorni scorsi sono stati colpiti da atti violenti o intimidatori da parte dei più facinorosi tra i no Tap, da cui i sindaci hanno preso le distanze.
Un documento di sintesi sarà compilato questa mattina da quattro sindaci: Mario Accoto di Andrano, Giuseppe Taurino di Trepuzzi, Marco Potì di Melendugno e Francesca De Vito di Calimera, che rappresentano le posizioni fin qui apparse come più distanti, con la supervisione del presidente Gabellone.
Alla fine è passata la “mozione Salvemini”: il sindaco di Lecce ha infatti espresso chiaramente che, ferma restando la contrarietà del territorio all’approdo di Tap a Melendugno, a un certo punto la battaglia dovrà terminare. E con un richiamo alla responsabilità dei sindaci, che hanno giurato sulla Costituzione, Salvemini ha proposto che terminato l’iter di autorizzazione ancora in corso, qualora si dovesse essere perdenti, si dovrà essere pronti a rispettarne gli esiti.
Lo scenario dipinto da Marco Potì di Melendugno parla del progetto del Governo di fare del Salento l’hub italiano del gas. «Con Tap arriveranno 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno - ha detto - che presto diventeranno 20 miliardi, altri 10 miliardi arriveranno da Poseidon di Otranto e poi si attende l’arrivo del gas da Israele». E Potì ha richiamato il rispetto della direttiva Seveso sulla prevenzione dei grandi rischi.
Tanti gli argomenti affrontati dai sindaci e l’accento è stato posto più volte sulla trattativa da avviare con il Governo. Esclusa da tutti, almeno per il momento, la volontà di affrontare il tema delle compensazioni, in tanti hanno sottolineato anche come non bisogna “accontentarsi” di generiche promesse sulla decarbonizzazione, già tra l’altro prevista dagli accordi di Parigi, né di interventi già previsti nel Patto per il Sud, che nulla hanno a che fare con Tap e che saranno realizzati indipendentemente dal gasdotto. Il sindaco Accoto ha spiegato bene che, se il Governo ha fatto la scelta strategica di fare del Salento l’hub del gas, allora al territorio spettano «le prime ricadute positive: la chiusura di Cerano deve essere riprogrammata e anzi anticipata e poi si dovranno metanizzare uffici pubblici e trasporti». A margine dell’incontro, il presidente Gabellone ha rinnovato l’invito alla Regione a sedersi al Tavolo Salento e ha preso l’impegno di capire, insieme con il prefetto, se le misure di controllo sul territorio di Melendugno, tenute in considerazione le esigenze di tutelare gli operai che lavorano nel cantiere Tap, possano essere affievolite.



All'assemblea erano presenti i sindaci di Alessano, Alliste, Andrano, Aradeo, Arnesano, Bagnolo, Calimera, Caprarica, Casarano, Castrignano, Carpignano, Cavallino, Copertino, Corigliano, Corsano, Cursi, Diso, Galatina, Giuggianello, Guagnano, Lecce, Lizzanello, Maglie, Martano, Melendugno, Miggiano, Melissano, Palmariggi, Poggiardo, San Cesario, Scorrano, Specchia, Scorrano, Spongano, Surbo, Taurisano, Tiggiano, Trepuzzi, Tuglie, Vernole.
Più gli assessori di Squinzano e Galatone.

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