Tap, sequestrati documenti in tutta Italia. Si indaga sull'inquinamento della falda: tre indagati/I nomi

Tap, sequestrati documenti in tutta Italia. Si indaga sull'inquinamento della falda: tre indagati/I nomi
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Venerdì 16 Novembre 2018, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 12:41

Improvvisa svolta nell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda a causa dei lavori eseguiti nel cantiere di Tap a San Basilio. I carabinieri del Noe hanno sequestrato in diverse città d'Italia una serie di documenti riguardanti le analisi delle acque di falda. Il sequestro è stato disposto dalla Procura di Lecce. Perquisiti gli uffici di Tap a Melendugno, Lecce e Roma. Perquisita anche la sede del laboratorio dove sono state eseguite le analisi dei campioni di acqua della falda, in Veneto. Le analisi eseguite per conto della Procura avevano evidenziato il superamento dei parametri relativi ad alcuni inquinanti.

I nomi. Nell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce risultano al momento indagate tre persone. Si tratta dei legali rappresentanti di Tap. I nomi che sono stati iscritti sul registro degli indagati sono quelli di Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. L'ipotesi di reato è scarico abusivo contenente elementi inquinanti.
L'operazione è stata fatta dai carabinieri del Noe di Lecce, miliari del Noe di Roma e Milano, insieme ai colleghi del comando provinciale, che hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro messo dalla Procura di Lecce, a firma del Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris e del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, nell'ambito del procedimento penale aperto sulla realizzazione del gasdotto Tap. Il decreto ha riguardato nello specifico la perquisizione delle sedi legali, operative, uffici e cantieri della società Tap tra Melendugno, Roma e Lecce, mentre a Villafranca Padovana è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi SGS Italia, il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali sui vari cantieri dell'opera. È stata sequestrata una corposa documentazione anche su supporto informatico ed in particolare sono stati sequestrati tutti rapporti di prova analisi e altri documenti dal novembre 2017 ad oggi collegati ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap in località San Basilio di Melendugno dove dalle indagini condotte dal Noe e da Arpa Puglia era stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione di alcuni parametri.

L'ordinanza del sindaco. L'inchiesta nasce dopo che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, nel luglio scorso, aveva emesso una ordinanza di divieto di prelievo dell'acqua dai pozzi dell'area del cantiere, in località San Basilio, per l'accertato sforamento dei limiti di alcune sostanze pericolose (manganese, nichel, arsenico e cromo esavalente), la cui presenza era stata riscontrata in quantitativi superiori alla norma, così come si evinceva dai regolari controlli effettuati da Tap. L'azienda - sempre secondo quanto veniva sottolineato nell'ordinanza del sindaco - non avrebbe impermializzato l'area di cantiere come previsto nella prescrizione A36 e A55 della Via, causando la dispersione in falda delle sostanze pericolose. Potì emise l'ordinanza di divieto di prelievo di acqua dai pozzi per superamento dei limiti di alcune sostanze pericolose come nichel, cromo e arsenico, vanadio e manganese la cui presenza era stata riscontrata in quantitativi superiori alla norma, in alcuni casi anche di cinque volte. Il divieto prevedeva una validità di 30 giorni a decorrere dal 24 luglio e, comunque, «fino alle determinazioni che saranno assunte di concerto con le competenti altre autorità». Il primo cittadino aveva anche disposto l'immediata sospensione di ogni attività presso il cantiere di San Basilio dove è stato realizzato il pozzo di spinta del gasdotto. Lavori che restano bloccati, così come deciso ieri dal Tar Lazio, che si è pronunciato sull'impugnazione che il Consorzio aveva prodotto per l'annullamento, previa sospensiva cautelare, dell'ordinanza emessa dal sindaco di Melendugno.

L'azienda. Fonti dell'azienda Tap che sta costruendo il gasdotto che approderà nel Salento, interpellate dall'Ansa, affermano che «Tap sta assicurando la massima collaborazione alle autorità» nell'ambito dell'inchiesta sul presunto inquinamento della falda aperto dalla Procura di Lecce che oggi ha portato a sequestri di documentazione da parte dei militari del Noe e nella quale risultano indagati per scarico abusivo contenente elementi inquinanti Clara Risso, legale rappresentante di Tap Italia, Michele Elia, country manager della società e Gabriele Paolo Lanza, project manager di Tap in carica dal 15 marzo scorso. Le stesse fonti Tap affermano che «continueranno su questa strada nel proseguimento delle indagini nella convinzione che esse non potranno che dimostrare l'assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato».

Il Movimento No Tap. «La sospensione di tutti i lavori del cantiere Tap fino alla conclusione delle indagini» è stata chiesta dal Movimento No Tap dopo aver appreso delle perquisizioni e dei sequestri di documenti a carico di Tap
disposti dalla Procura .

In una nota gli attivisti chiedono «massima chiarezza su quanto sta avvenendo - ribadendo che - la nostra battaglia ha sempre denunciato strane irregolarità, che oggi forse vengono a galla».

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