Tap, gasdotto pronto a entrare in funzione. E sui ristori i sindaci si dividono: Lecce aperta al confronto, no di Melendugno

Tap, gasdotto pronto a entrare in funzione. E sui ristori i sindaci si dividono: Lecce aperta al confronto, no di Melendugno
di Maria Grazia FASIELLO
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 08:32

«Tap continua ad essere aperta a qualsiasi confronto con gli enti locali». La disponibilità della multinazionale a discutere di compensazioni è confermata, come dimostra il fatto che in questi anni il dialogo con la presidenza del Consiglio non si è mai interrotto. Gli incontri hanno subito un rallentamento solo negli ultimi mesi - causa emergenza Covid - ma il premier Conte si è detto più volte favorevole ad ipotesi di ristoro per i territori coinvolti. Le proposte di Tap e Snam sono nelle mani del Governo da tre anni e a questo spetta eventualmente avviare il dialogo con gli enti, tramite la Regione.


I comuni del Salento, però, non hanno mai avviato il confronto. Dopo le sollecitazioni - nei giorni scorsi - dei consiglieri regionali Fabiano Amati (PD) e Antonio Gabellone (FdI), la Provincia di Lecce si dice pronta a convocare una nuova assemblea dei sindaci per rimettere sul tavolo l'ipotesi ristoro. Ma il fronte è spaccato. Il Comune di Lecce apre al dialogo. Il Comune di Melendugno ribadisce il netto rifiuto a qualsiasi accordo sulle compensazioni.

L'assemblea dei sindaci salentini servirà proprio a comprendere se a tre anni di distanza - e con l'opera di fatto terminata - la posizione dei Comuni è mutata. O se invece rimane uno zoccolo duro del no, a partire naturalmente da quelle amministrazioni che - insieme alla Regione - si sono costituite parte civile nel processo contro Tap: Melenduno, Lecce, Vernole, Lizzanello, Castrì, Calimera e Corigliano.


«È in corso un processo penale contro Tap, contro le imprese che hanno lavorato per Tap e i dirigenti della multinazionale - ha dichiarato il sindaco Marco Potì - per vari reati, in particolare per aver compiuto e realizzato un'opera che secondo la Procura di Lecce, nell'ipotesi di rinvio a giudizio, non avrebbe rispettato tra le varie cose le normative europee sulle valutazioni degli impatti ambientali. Tanti Comuni e associazioni si sono costituite parte civile. Fare oggi dei tavoli di compensazione o conciliazione mi sembra poco rispettoso per tutte queste parti, poco coerente con il comportamento avuto finora dalle comunità salentine e inopportuno per un momento delicato come questo. Se ristori ci devono essere li deve prevedere la legge».


Tre anni fa, nelle mani dell'allora ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, Tap e Snam presentarono proposte di investimento per il Salento e la Puglia per un totale di 55 milioni di euro: 25 progetti d'eccellenza nati dall'ascolto del territorio e dalle esigenze emerse nel corso di vari incontri e l'apertura di un centro di eccellenza mondiale per la decarbonizzazione. Un centro che avrebbe dovuto lavorare su alcuni progetti industriali individuati attraverso studi di fattibilità sfruttando le potenzialità del mercato del gas naturale, con il pieno supporto della Commissione Europea e di aziende leader globali nella green economy. La realizzazione di queste proposte, per 25 milioni di euro, avrebbe dovuto comportare investimenti per ulteriori 30 milioni. Elemosina secondo il Comitato No Tap che confronta quelle cifre con le richieste di risarcimento presentate al processo da Regione e Comuni: in tutto 800 milioni di euro.


Il consigliere regionale Pd Fabiano Amati - che con le sue dichiarazioni ha riaperto la partita - rincara la dose. «A questo punto chiedo anche a Stefano Minerva di fare ciò che ho chiesto a Riccardo Rossi: fare tutto il possibile per ottenere subito gli indennizzi - dice Amati - E questo perché leggo curiosissime opinioni contrarie. Si ritiene infatti che Tap debba risarcire un danno, ma nell'attesa che un Tribunale eventualmente lo sancisca si rinuncia per dispetto a percepire l'indennizzo. Ma dispetto a chi? A Tap? Gli fanno solo un favore. Il gasdotto - aggiunge - è terminato, tra qualche settimana si apriranno le valvole e ascoltiamo dal fronte salentino parole che servono a mettere su un'inedita alleanza, quella tra Tap e no-Tap. Rinunciare infatti agli investimenti promessi da Tap e Snam non ha giustificazione e rappresenta solo un favore ai bilanci di queste due società energetiche. Se sia plausibile la domanda di risarcimento del danno causato dalla realizzazione del gasdotto, lo dovrà stabilire un Tribunale e non una dichiarazione alla stampa. Certo, potrei limitare il mio interesse alla richiesta di compensazioni per i comuni della mia provincia, magari approfittando dell'incertezza salentina, ma sono un amministratore regionale - sia pur eletto a Brindisi - che non può evitare di occuparsi di occasioni di sviluppo riguardanti altri territori pugliesi, perché siamo sempre sulla stessa barca. Per questi motivi chiedo anche al presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, di convocare Tap, Snam e tutti i soggetti economici interessati all'opera, per definire con rapidità il programma degli investimenti, così da impedire malaugurati disimpegni in danno dei cittadini pugliesi».
Intanto - dopo anni di discussioni, proteste e tira e molla - Tap annuncia che il progetto è pronto ad entrare in funzione.

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