Surbo, inchiesta bis: appalti al setaccio
Indagato anche il sindaco

Surbo, inchiesta bis: appalti al setaccio Indagato anche il sindaco
di Erasmo Marinazzo
3 Minuti di Lettura
Sabato 2 Giugno 2018, 15:06
SURBO - Prima discovery dell’inchiesta bis sull’amministrazione comunale di Surbo. La necessità di chiedere altri sei mesi di tempo per concludere le indagini, ha messo in atto la procedura di notifica agli indagati della stessa richiesta. E nell’istanza inoltrata dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Vallefuoco, al giudice per le indagini preliminari Edoardo D’Ambrosio, compaiono i nomi degli indagati. C’è Fabio Vincenti, avvocato, 37 anni, sindaco fino allo scioglimento dell’amministrazione comunale decretato dal consiglio dei ministri l’8 maggio scorso. E nella nuova inchiesta condotta dalla Procura con i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Lecce, ci sono tre degli otto imputati del processo al via lunedì prossimo, nato dalla prima inchiesta: i fratelli imprenditori Oronzo e Vincenzo Trio, 38 e 40 anni, di Surbo. E l’architetto Giovanni Frassanito, 58 anni, di Veglie, a capo dell’Ufficio Tecnico comunale di Surbo prima che la Commissione prefettizia e lo stesso decreto di scioglimento stabilissero la rimozione per andare a ricoprire un altro incarico (è stato spostato all’Anagrafe).
Non entra nel merito degli accertamenti in corso, la richiesta di proroga delle indagini notificata all’architetto Frassanito. Parla genericamente di appalti per i quali si è reso necessario capire se le relative gare siano state condotte con metodi illeciti. Ed informa i diretti interessati delle ipotesi di reato: corruzione per un atto di ufficio, abuso di ufficio ed estorsione.
Ancora un dato essenziale, l’ultimo contenuto nell’avviso: il periodo di copertura dell’inchiesta. Ossia dal 29 novembre del 2012 al 12 ottobre del 2015. Dunque, l’inchiesta sta riguardando due diverse amministrazioni: la prima è quella guidata da Daniele Capone fino alle elezioni del 27 maggio del 2013 quando passò lo scettro al suo ex vice. Ossia Fabio Vincenti. La seconda i primi due anni dell’amministrazione Vincenti.
Tutti da accertare i fatti. Con i nomi e le ipotesi di reato suscettibili di cambiamenti in relazione a quanto diranno i riscontri.
Al momento si indaga sui fatti più rilevanti contenuti nelle 120 pagine di informativa depositata dai carabinieri al procuratore aggiunto Antonio Negro, prima del trasferimento a Brindisi e dell’assegnazione dei fascicoli al sostituto Vallefuoco. Quei fatti rimasti indefiniti nella prima inchiesta. Gli appalti. Perché i telefoni intercettati nella prima inchiesta, fra i quali quelli del sindaco Vincenti, dell’architetto Frassanito e dei fratelli Trio, hanno messo in evidenza conversazioni che secondo l’interpretazione fornita dagli inquirenti - per gli appalti sarebbe stata adottato una gestione clientelare piuttosto che l’evidenza pubblica. Circostanza - quest’ultima - peraltro smentita dal sindaco Vincenti nell’intervista apparsa sull’edizione di ieri del “Nuovo Quotidiano di Puglia”.
Quali appalti? L’appalto per l’illuminazione pubblica. I due per adeguare alle nuove norme di sicurezza la scuola Materna di via I Maggio e la Media di via Del mare. L’appalto per la creazione del parco eolico. Ed infine quello che ha assegnato i “buoni sport” ad una palestra riconducibile ad un assessore della Giunta Vincenti.
Dunque, se il giudice accorderà la proroga a fine anno saranno tirate le fila.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Cristiano Solinas, Luigi Rella, angelo Vantaggiato, Laura Minosi, Roberta Capodieci ed Antonio Savoia.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA