Incendio su commissione: 50 euro per bruciare l’auto. Arrestato il "mandante"

Incendio su commissione: 50 euro per bruciare l’auto. Arrestato il "mandante"
di Roberta GRASSI
4 Minuti di Lettura
Domenica 19 Febbraio 2023, 18:59 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 13:56

Cinquanta euro, per dare incarico a un “esecutore” di incendiare l’auto del nuovo compagno dell’ex moglie. È quanto emerge dalle indagini eseguite dai carabinieri della stazione di Surbo che hanno tratto in arresto un uomo di 47 anni e denunciato a piede libero un’altra persona per concorso in danneggiamento seguito a incendio. Il presunto “mandante” che si trova ora nel carcere di Borgo San Nicola in attesa di essere interrogato, al fianco del suo legale Mario Ciardo, dal gip Laura Liguori. Le indagini sono state coordinate dal pm Erika Masetti. 

Le indagini


Il lavoro dei militari dell’Arma è stato minuzioso. Hanno analizzato numerosi fotogrammi estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza che si trovavano in zona.

E sono riusciti a individuare il presunto autore del rogo, colui il quale materialmente avrebbe messo fuoco all’auto: si tratta di una Peugeot 207. I fatti risalgono allo scorso 9 febbraio. Il movente è stato subito circoscritto dagli investigatori della stazione di Surbo, al comando del luogotenente Damiano Pascali. Una questione privata, non riferibile ad eventuali turbolenze della criminalità, così come si sospetta che invece possa accadere altrove nel Salento.

Le indagini sono andate avanti spedite. È emerso che la vettura apparteneva al compagno di una donna il cui ex si trovava ai domiciliari per vecchie storie, non inerenti alla vicenda, e che comunque era destinatario di un divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Da qui sono scattati gli approfondimenti. L’attentatore è stato ascoltato e a quanto pare ha collaborato con i carabinieri, fornendo spiegazioni puntuali. Ha anche riferito l’ammontare della somma ricevuta per portare a termine il lavoro. Un dato di grande interesse per gli uomini in divisa dell’intera provincia che stanno indagando sulla serie di incendi che si verificano nel Salento e che non escludono che le fiamme vengano appiccate per regolare controversie private. E che ciò possa avvenire su commissione, dietro pagamento di una somma in denaro. 
Il fuoco, in effetti, è un sistema tutto sommato “semplice” per recapitare intimidazioni di varia ispirazione. Cancella tutte le tracce, è istantaneo. C’è però da considerare che molte delle strade comunali sono ormai coperte da sistemi di videosorveglianza pubblici o di esercizi privati. Non è raro, quindi, che chi agisce possa incappare in una ripresa video che lo incastri. 


Ad ogni modo l’attività investigativa dei carabinieri è stata molto minuziosa e incessante, sin dal momento in cui si sono verificati i fatti. Ieri mattina, poi, gli stessi militari hanno notificato in carcere al 47enne un provvedimento di ulteriore revoca della misura cautelare ai domiciliari, dovuta all’inosservanza degli obblighi emersa nel corso delle indagini. In sostanza, l’aver dato mandato di compiere un reato, mentre si trovava ristretto a casa, costituisce per il magistrato di sorveglianza una violazione del regime che gli era stato accordato. 
La versione dei fatti, pur poggiandosi su una parziale confessione, è tutta da riscontrare. Si attende che l’indagato possa eventualmente fornire la propria ricostruzione dei fatti nel corso dell’interrogatorio di garanzia previsto dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare. La carcassa della Peugeot 207 resta sotto sequestro. A corredo del fascicolo del pm ci sono i fotogrammi estrapolati, quelli che hanno consentito ai carabinieri di ottenere il primo input per poi chiudere il cerchio. Una vicenda privata, insomma. Dai risvolti eclatanti. Il fuoco che brucia le auto costituisce sempre un pericolo per la pubblica incolumità. A spegnere le fiamme, anche in quel caso, erano stati i vigili del fuoco costretti a intervenire per mettere in sicurezza la zona. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA