Superbonus, tagli e polemiche: nel Salento investiti 86 milioni

Superbonus, tagli e polemiche: nel Salento investiti 86 milioni
di Pierpaolo SPADA
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:11

Tagli indigesti su villette e facciate, la maggioranza di governo perde l'equilibrio sui bonus immobiliari. E, a pochi giorni dal via libera al Documento programmatico, c'è chi lascia intravedere anche scenari di battaglia nel prossimo Consiglio dei ministri, sul cui tavolo approderà presto il disegno di legge Bilancio 2022 che il Parlamento dovrà approvare entro il 31 dicembre affinché entri in vigore dal 1° gennaio 2022.

L'approvazione entro il 31 dicembre


D'altra parte stiamo parlando di uno strumento che, in tempo di Covid, ha dato un contributo non marginale a settori vitali come quello dell'edilizia, ma non solo. In provincia di Lecce il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a quasi 86 milioni: 85.906.344 per essere precisi (il 20 per cento del complessivo regionale pari a 429.531.724 euro). Mentre gli investimenti relativi a lavori già conclusi ammontano 57 milioni e 708.874 euro a Lecce (in Puglia 288 milioni 544.374.
Ma quanti sono stati i beneficiari? In Puglia le richieste già validate (in possesso cioè dei requisiti per eccedere alle detrazioni fiscali) sono 2.980, di queste 596 sono relative alla provincia di Lecce.
Per una volta, quindi, è la ripresa a far litigare. E i mal di pancia lamentati subito dopo l'ok al Bpd (inviato a Bruxelles), assai chiassosi, sono tutt'altro che sopiti, volti a richiamare l'intervento del premier Mario Draghi ai fini di una modifica.


E da qui partiamo per analizzare gli esiti del lavoro compiuto nella definizione del Documento programmatico di bilancio. Quanto al Superbonus 110% (con cessione del credito), le limitazioni riguardano le villette unifamiliari, rispetto alle quali la proroga s'interromperà il 30 giugno 2022, come anche i lavori su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari di un unico proprietario o in comproprietà, per i quali dovrebbe prevalere la volontà del governo di prorogare il super-scontro fino al 30 giugno 2022 o al 31 dicembre 2022 nel caso in cui al 30 giugno sia stato realizzato più del 60% dei lavori.


Agevolazioni avanti, invece, per i condomìni e case popolaricase popolari(ex Iacp). La scadenza per la prima tipologia di abitazioni è per ora fissata fino al 31 dicembre 2022, indipendentemente dalla quota di lavori realizzati; mentre per gli edifici di edilizia popolare la proroga scadrebbe il 30 giugno 2023, con possibilità di estensione fino al 31 dicembre 2023 per lavori completati al 60 per cento. In via generale, per il Superbonus 110% il Mef starebbe vagliando l'applicazione di un meccanismo di décalage, ovvero di graduale riduzione dell'aliquota. Dal 2024 è stato, dunque, deciso un taglio del 30% e nel 2025 del 35%, tale da determinare, rispettivamente, un bonus al 70 e al 65%, al pari dell'ecobonus ordinario, rispetto al quale il campo sembra restare aperto anche se non per molto.


Alcuna proroga, come anticipato, è prevista per ora per il bonus funzionale al rifacimento delle facciate, ovvero il credito d'imposta al 90% che sta funzionando e il cui prolungamento è richiesto trasversalmente dai partiti. Lo stop disposto al 31 dicembre appare inamovibile dall'agenda del ministro Franco che, intanto, ricorda, però, come del bonus potrà beneficiarne nel 2022 chi a dicembre avrà pagato almeno il 10% dei lavori. Nel contempo s'intende prorogare le detrazioni fiscali del 50 (che da gennaio potrebbero assorbire anche gli interventi sulle facciate) e del 65% per interventi di efficientamento energetico fino al 31 dicembre 2022. E analogo provvedimento è previsto per bonus ristrutturazioni e bonus immobili.
Qualche dubbio resta per il Sismabonus.

In questo caso, infatti, non appare ancora chiara la cornice temporale. Fin qui, una quota di lavori è stata accomodata dal Superbonus. Con riferimento, però, a interventi su edifici residenziali è la detrazione dal 50 all'85% quella utilizzata. Promosso, invece, il bonus casa giovani (under 36 con Isee fino a 40mila euro): nelle intenzioni dovrebbe valere fino a fine 2022.


Inizia, dunque, una settimana decisiva. Ma, intanto, l'attesa inquieta: «L'incertezza sul futuro dei bonus edilizi - afferma, infatti, Daniel Cannoletta, presidente dell'Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc Lecce) - sta incidendo negativamente sull'intero comparto, già provato da una serie di perplessità che pesano sulle scelte dei contribuenti e degli attori economici e che riguardano soprattutto le procedure autorizzative, ma anche la complessità amministrativa e organizzativa, per effetto del coinvolgimento di molte figure della filiera: dai progettisti alle imprese esecutrici. Data la complessità dei processi, è impensabile che, a poche settimane dalla scadenza, ancora non si conosca il futuro dei bonus».
Più scettico l'avvocato Domenico Di Bitonto: «Manovra troppo farraginosa: se è pensata per spronare a spendere per migliorare l'abitabilità dei nostri immobili, deve, d'altro canto, avere delle preclusioni nettamente inferiori. Lo Stato avrebbe dovuto garantire queste opere per una rivalutazione degli immobili sia in termini di efficientamento energetico che in termini estetici. Ulteriore prova del fatto che la manovra non tende a ciò - sostiene - è che il bonus facciata non sarà prorogato».


Una delle novità importanti riguarda gli abusi edilizi che finora hanno tenuto fuori dalle agevolazioni, come spiega Davide Stasi, data analyst e amministratore di condominio, segretario e tesoriere associazione amministratori ASS.I.A.C. Lecce. «Non è più necessario - dice - valutare preventivamente la conformità edilizia e urbanistica dell'edificio oggetto dell'intervento agevolato. L'articolo 33 del decreto legge n.77 del 31 maggio 2021, cosiddetto Decreto Semplificazioni, ha apportato alcune rilevanti modifiche alla disciplina del Superbonus. Non solo non è più necessaria l'asseverazione dello stato legittimo dell'immobile, ma ora il beneficio fiscale è stato in alcuni casi esteso. La novità più significativa riguarda il titolo abilitativo che consente la realizzazione degli interventi in grado di attribuire il diritto alla detrazione del 110%. Per effetto dell'articolo 119, comma 13 ter del decreto legge 34/2020, gli interventi indicati al suo interno, con l'eccezione di quelli di demolizione e ricostruzione dell'edificio, vengono considerati interventi di manutenzione straordinaria. Conseguentemente per l'autorizzazione è sufficiente la presentazione della Cilas, cioè della Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata. Nel documento sono attestati gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell'immobile oggetto d'intervento, ovvero è attestato che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. Nella comunicazione, invece, non dovrà essere fornita alcuna indicazione circa la regolarità urbanistica dell'immobile».
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