Rebus sulla dinamica della strage di Fasano. L'autista: «Un'altra auto ha scatenato l'inferno»

Rebus sulla dinamica della strage di Fasano. L'autista: «Un'altra auto ha scatenato l'inferno»
di Roberta GRASSI
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Martedì 15 Dicembre 2015, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 21:02


È caccia aperta all’auto che, secondo il racconto del camionista, avrebbe scatenato il disastro sulla Statale sabato pomeriggio. Si tratterebbe di un’Opel Corsa gialla che, a quanto riferito dall’uomo, avrebbe bruscamente rallentato costringendolo, inconsapevolmente, a sterzare all’altezza di Torre Spaccata, a Fasano, per poi ribaltarsi travolgendo altre tre vetture e provocando cinque vittime. Dell’utilitaria non c’è alcuna traccia. Mentre si attende di conoscere quale sarà la versione fornita dall’autotrasportatore arrestato, Francesco De Sario, 57 enne di Terlizzi, che sarà interrogato domani mattina in carcere, il pm Luca Buccheri ha delegato i poliziotti del commissariato di Ostuni di eseguire ulteriori indagini. Il difensore di De Sario è la figlia Carolina.



Bisognerà sì ricostruire la strage in ogni dettaglio, ma attraverso le testimonianze si dovrà comprendere se effettivamente ci siano altri mezzi coinvolti che non si sono però fermati. Per localizzare l’Opel Corsa, di cui il conducente dell’autocisterna carica d’olio ha indicato perfino il colore durante l’interrogatorio reso agli investigatori e al sostituto procuratore nella notte fra sabato e domenica, si sta anche pensando di visionare i filmati di alcune telecamere puntate sulla statale 379 Brindisi-Bari, per lo più in corrispondenza dei distributori di benzina e del vicino centro commerciale.

Il 57enne di Terlizzi, rimasto sul posto fino a tarda notte, quando i poliziotti della Stradale e i vigili del fuoco si stavano occupando di effettuare i rilievi e di sgomberare le due carreggiate, risponde di omicidio colposo plurimo con l’aggravante di aver violato il codice della strada per aver superato il limite di velocità e per non aver rispettato la distanza di sicurezza dalla vettura che lo precedeva, proprio la macchina gialla che sembrerebbe essere sparita nel nulla.

Secondo quanto emerso il tir procedeva a 85 chilometri orari, mentre invece il limite previsto per quella tipologia di autotreni è fermo a 70. L’accusa, se fosse entrata in vigore la nuova normativa, sarebbe quella di omicidio stradale. In riferimento alla contestazione mossagli dalla procura, il conducente rischia invece una pena fino a 15 anni. Ed è proprio per questo che è stato possibile procedere con l’arresto in flagranza.

Tutti i veicoli schiacciati dal camion, ormai ridotti a un ammasso di lamiere, sono stati sottoposti a sequestro. Si tratta di una Opel Zafira, rimasta tra la motrice e il rimorchio del colosso su ruote, a bordo della quale viaggiava una famiglia di cinque persone, quattro delle quali hanno perso la vita. Oltre alla piccola Viola, i suoceri e la zia del consigliere regionale Cristian Casili, la cui moglie è rimasta ferita. Poi una Peugeot 107, al cui volante c’era il portiere fasanese Leo Orlandino, di 21 anni, anch’egli vittima innocente della tragedia.

E infine una Opel Corsa con a bordo tre persone miracolosamente illese. Procedevano tutti nella direzione opposta a quella dell’autocisterna. Su di esse sarà eseguita, sempre su incarico del sostituto procuratore titolare del fascicolo, una consulenza tecnica che sarà affidata a un ingegnere. Bisognerà effettuare una valutazione dettagliata della dinamica dell’incidente anche per cristallizzare il dato già ricavato sulla velocità e per assodare se vi siano stati eventuali guasti meccanici.