Cateteri e farmaci scaduti. Blitz dei Nas in tre reparti del Fazzi

Cateteri e farmaci scaduti. Blitz dei Nas in tre reparti del Fazzi
di Maddalena MONGIÓ
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 22:54


Materiale scaduto in reparto: blitz dei Nas al Vito Fazzi di Lecce con contestuale sequestro dei prodotti. Farmaci, cateteri per la coronografia e l'angioplastic e altro materiale ancora, chiusi in un grosso scatolone e in tre di dimensioni più ridotte dopo il sequestro effettuato dai Nas.
È la sintesi di una giornata, quella di ieri, complicata per il Fazzi. I militari sono arrivati di buon mattino e con il direttore medico del presidio, Giampiero Frassanito, hanno ispezionato il reparto di Emodinamica, quello di Elettrofisiologia e la Neuroradiologia. In Elettrofisiologia tutto è risultato regolare, in Neuroradiologia era presente un catetere scaduto, il grosso del sequestro ha riguardato Emodinamica. Diffusa la convinzione che l'ispezione dei Nas sia frutto di precisa segnalazione, magari di qualcuno che si è preoccupato dei danni che si potevano procurare ai pazienti somministrando farmaci o utilizzando dispositivi scaduti.
La situazione più complicata ha riguardato Emodinamica dove, nella sala in cui si effettuano procedure diagnostiche e terapeutiche sull'apparato cardiovascolare, è stato reperito il grosso del materiale scaduto nell'armadio in cui sono conservati i prodotti d'uso. Spetterà ai Nas verificare se quel materiale è stato utilizzato sui pazienti e i profili di responsabilità variano da quella amministrativa a quella penale. Se non sarà provato l'utilizzo sui pazienti il Fazzi se la caverà con una salata multa, in caso contrario si apre la strada delle responsabilità penali che sono personali.
Si narra che quando in tarda mattinata si è diffusa la voce della presenza dei Nas ci sia stata la corsa ai controlli in diversi reparti. I ben informati giurano che in alcuni reparti il personale abbia rinvenuto farmaci scaduti e che siano stati eliminati in fretta e furia, ma l'unica cosa certa è il sequestro fatto dai Nas. Una volta appurata la presenza di prodotti scaduti in reparto, i Nas hanno ascoltato il direttore della Neuroradiologia, Fernando Lupo; il direttore della Farmacia del Fazzi, Letizia Fulceri; il coordinatore infermieristico di Emodinamica, Luigi Cavallo; il responsabile del reparto di Emodinamica, Giuseppe Colonna.
I prodotti sequestrati sono stati catalogati e ora ai Nas spetta l'accertamento delle eventuali responsabilità. In prima battuta è emerso che qualcosa nella catena dei controlli non ha funzionato. In reparto la responsabilità sulla gestione è in capo al coordinatore infermieristico, ma la Farmacia ha poi la responsabilità di controllo generale. In pratica deve avere il polso della situazione sugli ordini, sulla distribuzione e sulle giacenze. È probabile che la direzione generale invii all'Ufficio procedimenti disciplinari per la valutazione dei profili di responsabilità, dal punto di vista amministrativo, mentre sul fronte giudiziario bisognerà aspettare gli approfondimenti dei Nas.
Il paradosso? Ogni fine anno i reparti fanno l'inventario delle giacenze in reparto e inviano il report alla Farmacia. La domanda che ieri mattina in tanti si sono posti è semplice: «Come è stato fatto l'inventario in Emodinamica?»
E i sindacati mostrano l'altra faccia della medaglia. «Non è possibile che si verifichino questi episodi attacca Antonio Tarantino, segretario provinciale della Uil Fpl : i farmaci e i dispositivi scaduti rappresentano un costo per l'azienda. È inimmaginabile che non ci sia un sistema informatico di controllo della gestione a partire dalla Farmacia, sino ad arrivare ai reparti. Se anche l'anno scorso l'Azienda non è riuscita a centrare l'obiettivo del contenimento della spesa farmaceutica, forse dovrebbe preoccuparsi di intervenire con controlli più serrati per evitare che si faccia una richiesta di prodotti non commisurata al reale fabbisogno. Dalle piccole cose, ci si può muovere per ottenere quelle più grandi. In ogni caso dispiace sapere che i pazienti si sono ritrovati esposti a un potenziale rischio che poteva sicuramente essere evitato. Non accettiamo i processi sommari, con capri espiatori dati in pasto all'opinione pubblica e alla giustizia, ma se ci sono responsabilità, ai vari livelli, vanno individuate in maniera chiara e precisa».
Necessità di buona organizzazione è il mantra anche per Francesco Perrone, segretario provinciale della Fsi-Usae: «Non può accadere, nel 2019, che ci siano - nel più grosso ospedale del leccese - farmaci e materiali d'uso scaduti.

Si mette a rischio la salute dei pazienti che potenzialmente potrebbero essere sottoposti a indagini diagnostiche o terapie con materiale scaduto. Chiaramente c'è anche il grave danno economico arrecato da chi dovrebbe controllare che ciò non accada ed evidentemente non lo ha fatto. Per quanto riguarda il rischio per i pazienti va detto che il materiale è stato rinvenuto nella seconda sala di angiografia che attualmente non è utilizzata per carenza di personale».

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