Filograna: «La 275 questione di civiltà. I brand del lusso puntano sul Salento, ma strade indecenti»

Filograna: «La 275 questione di civiltà. I brand del lusso puntano sul Salento, ma strade indecenti»
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 24 Novembre 2022, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 19:56

Le imprese sono al centro del dibattito sulla più grande incompiuta del Salento: l'ammodernamento della Statale 275 Maglie-Leuca. Inadeguatezza e insicurezza si traducono in ritardi e incidenti che, a loro volta, rappresentano ormai una tassa molto cara che a volte si è costretti a pagare anche con la vita. Parla uno dei più importanti imprenditori attivi nel Basso Salento, Antonio Sergio Filograna, il re delle scarpe, a capo di Leo Shoes.


Filograna, lei percorre la Statale 275 Maglie-Leuca?
«È una strada che conosco ma percorro pochissimo perché i miei stabilimenti sono concentrati nell'area di Casarano.

Abitualmente percorro l'altra direttrice, la Statale 274, che, pur non essendo in grandi condizioni, è comunque più agevole e rapida».


Come descriverebbe lo stato attuale della Maglie-Leuca?
«Per essere una Statale, è messa male. La carreggiata è stretta, mancano i guardrail, ci sono svincoli pericolosi. Leggo ogni giorno di incidenti. Credo che sia giunto il tempo di sistemarla perché il territorio ci rimette sia in termini produttivi che di sicurezza, di vite umane. Non è concepibile».


L'ammodernamento fu pensato nel '94 anche per supportare lo sviluppo economico del distretto calzaturiero di Tricase-Casarano, di cui la sua famiglia è stata fondatrice e che ancora oggi lei rappresenta. Cosa è significato per tanti anni non godere di una strada adeguatamente percorribile?
«Non è stato semplice per chi si è ritrovato costretto a usufruirne. Io, ripeto, l'ho utilizzata poco. Ma è vero pure che gli autotrasportatori compiono ogni giorno da decenni quel percorso e soprattutto nel tratto che si estende tra Tricase e Leuca sono costretti davvero a mantenere alta la concentrazione per non incorrere in intoppi più o meno gravi, perché devono attraversare il centro di tanti paesi. È una situazione incresciosa e per certi versi incomprensibile. Come spesso accade in questo Paese i soldi ci sono ma la politica non riesce a convergere su un obiettivo comune, a beneficio della collettività. E poi i ricorsi, i contenziosi interminabili».


Opera prevalentemente a Casarano, ma ha annunciato un nuovo investimento nell'ex tabacchificio di Alessano, comune posto sul tracciato del secondo lotto, quello per il quale non c'è ancora un progetto definitivo approvato. Anche lei non avrà alternative alla 275.
«Sì, investiremo anche ad Alessano. Ecco perché la questione comincia a interessarmi, anche noi saremo costretti in qualche modo a percorrere quella strada. Bisogna adoperarsi per avviare subito i lavori. Bisogna raddoppiare le corsie fino a Tricase e poi mettere in sicurezza il tratto fino a Leuca. Indipendentemente da tutto, ci sono ogni giorno anche decine di migliaia di operai che si muovono lungo quell'asse. La viabilità è essenziale per lo sviluppo di un territorio. Siamo in un momento di nuova fioritura del settore moda. Abbiamo tante imprese, tanti grandi brand che ogni giorno si recano in visita nelle nostre aziende: non possiamo costringerli a percorrere strade del genere. È una questione di civiltà».


Lei investe anche nel turismo. I suoi clienti lamentano il gap?
«Negli ultimi dieci anni sono stati fatti passi in avanti. Il territorio è più accogliente e vivibile, sotto tutti i punti di vista. Ciò non toglie che resta ancora tanto da fare, a partire dalle strade, dalle ferrovie, dai collegamenti aeroportuali, dalle zone industriali. Il Salento deve essere all'altezza dell'attenzione che ha saputo attrarre su di sé. Anche per la 275 ci vuole dunque un'attenzione particolare affinché si superino le conflittualità e si restituisca al territorio un'arteria adeguata e percorribile, che consenta di collegare agevolmente la parte centrale a quella meridionale del Salento, perché questo territorio è tutto da conoscere e vivere».
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