«Un errore, nessun giallo. Già pronto il parere Via sul raddoppio della 275»: parla il responsabile della commissione

«Un errore, nessun giallo. Già pronto il parere Via sul raddoppio della 275»: parla il responsabile della commissione
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 16:54

«Un errore di segreteria». Dopo giorni di polemiche, ecco svelata la ragione della mancata discussione del progetto definitivo del primo lotto della statale 275 Maglie-Leuca nella seduta della sottocommissione Via dello scorso 26 marzo. Parola di Massimiliano Atelli, presidente della Commissione Via del ministero dell'Ambiente che motiva anche il grande ritardo accumulato nell'esame dell'opera da 370 milioni di euro e assicura celerità.
Presidente Atelli, cos'è accaduto il 26 marzo: la 275 era oppure no all'ordine del giorno?
«L'ho spiegato a Roberto Cerreto, capo di gabinetto del ministero alla Transizione ecologica. C'è stato un banale errore materiale della segreteria, nulla a che fare con le ricostruzioni di fantapolitica. L'intenzione era quella di trattare il tema tant'è che la bozza di parere che doveva essere deliberata è stata inviata regolarmente ai componenti della Commissione. Tuttavia, nella stesura dell'ordine del giorno, non è stato inserito l'identificativo del progetto sebbene fosse stato comunicato alla segreteria».
Quando se n'è accorto?
«L'ordine del giorno non lo elaboro io, quindi me ne sono accorto solo in corso di seduta».
C'è un territorio che aspetta l'opera da decenni: non avrebbe potuto autorizzare la discussione?
«Dei due adempimenti necessari per poter regolarmente discutere quel progetto il primo, cioè la trasmissione della bozza di parere, era stato eseguito, mentre l'inserimento nell'odg no. E, per evitare di incorrere in vizi formali anche perché sul progetto c'è un sovrappiù di attenzione, non c'era altra strada che quella di rinviare».
Cosa dirà il parere?
«Non posso rispondere».
Ma quando sarà deliberato?
«Stiamo fissando la seduta, sarà nei primissimi giorni dopo Pasqua. E mi adopererò personalmente perché entrambi gli adempimenti procedurali siano eseguiti».
Una verifica di ottemperanza, per legge, dovrebbe concludersi in 60 giorni: quella della 275 è stata avviata a maggio 2020 ed è ancora in corso. Perché 300 giorni non sono bastati?
«Ci sono dei problemi legati al fatto che la Commissione, diversamente da quelle che l'hanno preceduta, opera in totale autosufficienza. Fino a metà 2020 era prevista la Commissione e, accanto ad essa, un gruppo di funzionari qualificati che faceva la pre-istruttoria. Man mano che il gruppo di funzionari istruiva, un progetto passava alla Commissione e, nel frattempo, il gruppo istruttorio iniziava a trattare altri progetti. Dalla metà del 2020, per effetto di una scelta legislativa improvvida, quel gruppo è sparito. E oggi l'unica cosa che i funzionari istruttori non fanno è passare lo straccio la sera prima di andare a casa. La velocità delle istruttorie è dimezzata».
L'errore relativo alla 275 si poteva forse evitare pubblicando sul sito del ministero anche l'ordine del giorno della Sottocommissione? Il deputato Diego De Lorenzis ha avanzato una proposta in tal senso: l'accoglierete?
«È una proposta che viene dalla Commissione. In occasione dell'ultima seduta per la prima volta abbiamo reso pubblico l'odg della plenaria. Assodato che il pasticcio della 275 poteva essere tranquillamente evitato, abbiamo deciso che pubblicheremo anche l'ordine del giorno della Sottocommissione. Non c'è modo migliore per evitare ambiguità che applicare la trasparenza massima».
Finora cosa l'ha impedito?
«La sensazione è che il ministero della Transizione, per una malintesa idea, abbia coltivato per anni la convinzione che non rendere pubblico l'odg fosse il miglior antidoto per evitare pressioni.

Invece, chi ha i piedi ben piazzati per terra sa che le pressioni non sono sfuggibili. L'essenziale è resistervi».

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