Condizionamenti della criminalità, commissariato il Comune di Squinzano

Condizionamenti della criminalità, commissariato il Comune di Squinzano
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Gennaio 2021, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:07

Commissariato il Comune di Squinzano. Il Consiglio dei ministri conclusosi nella prima serata di ieri ha ritenuto che la gestione del Comune debba essere commissariata, in considerazione dei condizionamenti della criminalità organizzata accertati dalla commissione di accesso agli atti amministrativi insediatasi a Palazzo il 12 ottobre dell'anno scorso. Ed affidata alla viceprefetta Beatrice Mariano, che prosegue così l'incarico ricevuto dalla Prefettura a metà novembre dopo lo scioglimento del consiglio. Con la Mariano ci saranno anche il viceprefetto aggiunto Angelo Caccavone ed il funzionario Vincenzo Calignano.


Un provvedimento di commissariamento, quello adottato a Roma, poiché intanto l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Marra era stata sciolta con le dimissioni di nove consiglieri su 17 (compreso il sindaco), ossia la metà più uno.

Diversamente sarebbe stato deliberato un provvedimento di scioglimento per pericolo di infiltrazioni mafiose. Cambia la forma ma non la sostanza, in altre parole.


Intanto la tempistica dice di un giudizio rapido sull'amministrazione comunale squinzanese: ha lasciato il Palazzo prima dei tre mesi previsti la commissione d'accesso formata dalla viceprefetta Marilena Sergi, dal primo dirigente di polizia Rocco Carrozzo, dal tenente dei carabinieri Giuseppe Boccia, dal tenente della Guardia di finanza Francesco Saponaro, dal vicequestore della Dia (Direzione investigativa antimafia) Veronica Bevilacqua e dal funzionario prefettizio Calignano. Come è stata rapida anche la valutazione della prefetta Maria Rosaria Trio, avvenuta il 18 dicembre scorso in seno al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, trasmessa poi al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, proponente del commissariamento al Consiglio dei ministri: la relazione arrivata da Lecce parla della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento.


Al centro della relazione della prefetta il sostegno ricevuto dagli ex amministratori nelle elezioni amministrative del 10 giugno 2018: contributi economici ed anche un'assunzione in una cooperativa sociale che, per conto del comune di Squinzano, opera nel settore della raccolta e del riciclaggio di cascami e di rottami metallici. E non solo: le occupazioni abusive di alloggi da parte di componenti o di persone vicine alla Scu. Come pure l'appropriazione dell'ex caserma dei carabinieri da parte di persone ritenute poco specchiate.
L'accertamento era stato avviato dopo che la Procura di Lecce aveva trasmesso in Prefettura il fascicolo dell'inchiesta My Home condotta dalla Dia e che non ebbe un seguito sul fronte penale per un vizio procedurale. Stiamo parlando dell'inchiesta nata dall'esposto presentato dal presidente e dal vicepresidente della Commissione provinciale di edilizia residenziale pubblica (Erp), Patrizio Giannone e Sandra Zappatore, per chiedere di verificare se ci fossero state delle irregolarità nella composizione delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi popolari.
Resta ora il nodo della data delle prossime elezione e degli eventuali incandidabili perché ritenuti avvicinabili dalla criminalità organizzata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA