Dopo la quarantena, l'abbandono. Il grido d'aiuto del mondo dello spettacolo: «Al collasso, fermi da 4 mesi»

Dopo la quarantena, l'abbandono. Il grido d'aiuto del mondo dello spettacolo: «Al collasso, fermi da 4 mesi»
di Francesco DE PASCALIS
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Giovedì 25 Giugno 2020, 11:08
«Siamo al collasso. Facciano lavorare anche noi». Dopo i ristoratori ed i titolari dei locali, scatta la protesta dei lavoratori della musica live e dei gestori delle scuole da ballo, che chiedono di ripartire alle stesse condizioni con cui, per esempio, sono ripartiti i locali all'aperto.
Dopo le recenti dichiarazioni di Pierluigi Lopalco, responsabile della task force epidemiologica della Regione Puglia, che ha chiarito il concetto di rischio controllato per le discoteche all'aperto (che in pista non devono vigilare sul metro di distanza), facendo appello alla responsabilità personale e al buon senso, si sono subito mosse tutte quelle categorie che invece il distanziamento sociale lo devono garantire. E non solo quello.

É la volta del mondo dell'entertainment e dello spettacolo che chiede «parità di trattamento alla Regione Puglia». Molti gli operatori di settore ed i lavoratori, tra i più colpiti dal lockdown da Covid19, hanno alzato la voce per via dei loro fatturati pressoché nulli, chiedendo - come detto - direttive e linee guida eque per tutti.

«Se gli assembramenti non sono dannosi nelle piazze, nella movida e nelle discoteche, che a differenza di altri luoghi pare seguano delle norme ben precise riportate in un protocollo scritto da esperti indicati dalla Regione Puglia ed accettato dallo stesso Ente, perché dovrebbero essere pericolosi per le nostre attività? Perché noi continuiamo a restare bloccati? Perché non cercare soluzioni valide e praticabili anche per le nostre attività che rischiano di scomparire». A chiederlo un po' per tutti è Titti Stomeo, direttrice artistica salentina, organizzatrice di eventi intorno alla quale ruotano tanti gruppi musicali, lavoratori del mondo dei live e gestori di locali.
«Credeteci, il nostro mondo è ormai prossimo al collasso - conclude la Stomeo . Chiediamo solo di lavorare nel rispetto della salute nostra e degli altri. Non lo scopro certo io che la musica è vita, passione ed amore per il prossimo».

C'è pure chi in queste giorni ha protestato in prima fila, in piazza palio a Lecce, per far valere i propri diritti organizzando addirittura una tre giorni simbolica con tanto di palco e luci come un vero concerto. Si tratta di Salvatore Pagano, amministratore della M&P Company e presidente della Partner associazione. Lui non ci sta, ed ha provato a spiegare i problemi ed i disagi dei lavoratori dello spettacolo. «Abbiamo ideato ed organizzato a Lecce un'iniziativa di protesta per far vedere a tutti quanta gente è impegnata durante un concerto. In tre giorni di We Live! circa 200 lavoratori hanno urlato la loro voglia di ripartire - racconta -. Siamo fermi e senza lavoro da ormai 4 mesi e siamo allo stremo. Speriamo di essere riusciti a farci sentire dalle istituzioni e dall'opinione pubblica».

Poi lo sfogo finale: «Ormai la nostra stagione estiva è saltata, perché per organizzare musica ed eventi richiede una certa tempistica organizzativa. Attualmente per noi è tutto un punto interrogativo ed è triste pensare al futuro. Bisogna fare presto».
Una situazione di blocco totale che coinvolge e riguardo senza via anche le scuole di danza e chi pratica balli di contatto, come gli standard (liscio ed altri), il tango ed i latino-americani. Proprio questo filone - e con esso le scuole e i locali a tema - è tra i più penalizzati. «La situazione è disastrosa commenta Maria Orlando, direttrice di un'associazione sportiva dilettantistica tra le più importanti della Regione. - Noi siamo una via di mezzo tra i locali da ballo e lo sport. Innanzitutto devono essere regolamentanti ancora gli sport da contatto e quindi bisogna attendere fino al 25 giugno. Poi dobbiamo attendere l'apertura di tutte le discoteche fissata dal governo nazionale per il 15 luglio, e solo dopo si vedrà di conseguenza. Negli ultimi decreti non viene proprio menzionato il ballo di coppia. Quindi in realtà noi non possiamo ballare».

Da qui lo sfogo: «Questa cosa non ha senso se si pensa che a mare la gente è ammassata, in luoghi che non sono affatto tutelati. Tra l'altro in lidi e discoteche c'è tutta una prassi da seguire e in molti scelgono i luoghi non controllati per stare più tranquilli».
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