«Senza spazi adeguati niente ristorazione. Si può ancora investire nel centro storico»: parla l'assessore Miglietta

«Senza spazi adeguati niente ristorazione. Si può ancora investire nel centro storico»: parla l'assessore Miglietta
di Stefania DE CESARE
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Sabato 18 Settembre 2021, 11:52

«Dopo l'estate positiva è arrivato il momento per chi non l'avesse ancora fatto di investire per l'adeguamento degli spazi. Obiettivo: diversificazione dell'offerta commerciale del centro storico». A circa otto mesi dall'approvazione in Consiglio comunale, a Lecce, della delibera sui cambi di destinazione d'uso, l'assessore alle Politiche Urbanistiche Rita Miglietta traccia un primo bilancio sui risultati ottenuti a seguito dell'adozione della variante normativa per la conversione degli esercizi di vicinato in ristoranti e bar. Come noto, infatti, il Comune ha concesso ai locali dell'area antica che vogliono modificare la natura della propria licenza una doppia possibilità: diventare un pubblico esercizio, rispettando precisi standard igienici e urbanistici e senza alterare le regole del Prg o, riconvertirsi ad altro commercio al dettaglio con l'opportunità di una scelta in più nel rinnovare gli immobili.


Ad oggi sono 12 i negozi di vicinato (ovvero salumerie) che hanno ottenuto il cambio di destinazione commerciale per svolgere attività di somministrazione senza il pericolo di multe. «L'intervento dell'amministrazione sulle norme tecniche di attuazione del Prg sta producendo e produrrà sempre più una scrematura tra le attività di somministrazione nella città antica - afferma l'assessore Miglietta - e solo quanti stanno investendo effettivamente nell'adeguamento dei locali ai requisiti igienico-sanitari richiesti possono ottenere il cambio. Per gli altri resta la possibilità della riconversione, rispetto al passato, all'attività di esercizio di vicinato a beneficio della diversificazione dell'offerta commerciale nel centro storico. L'ultimo anno e mezzo, con le difficoltà e le incertezze che i commercianti hanno attraversato a causa della pandemia, ha ragionevolmente rallentato gli investimenti di quanti intendono mettersi in regola. Ora, dopo un'estate positiva per la città, è arrivato il momento per chi non lo avesse ancora fatto, di investire nell'adeguamento degli spazi».
L'obiettivo, quindi, è quello di portare ordine nel caos del centro storico.

A oggi sono ben 113 le attività classificate come esercizi di vicinato, cioè come salumerie, alcune delle quali negli anni hanno operato nell'irregolarità, offrendo alla propria clientela servizi che non potevano proporre in barba alle licenze e alle sanzioni.

I controlli


«Da due settimane è partita una intensificazione dei controlli della Polizia Locale - aggiunge l'assessore Miglietta -, finalizzata sia alla repressione degli abusi in termini di occupazione di suolo pubblico che alla verifica del rispetto delle norme per la somministrazione nel centro storico. Questi controlli, affiancati da una attività di monitoraggio, andranno avanti ancora e raggiungeranno tutte le attività».
I prossimi mesi saranno decisivi per capire come si evolverà la Movida leccese anche in virtù della scadenza della deroga del regolamento dei dehors, approvata dalla Giunta a sostegno degli operatori commerciali sul tema dell'occupazione di suolo pubblico. Dall'inizio della pandemia il Comune ha messo in stand-by le nuove regole per l'arredo urbano, riducendo la documentazione da presentare e semplificano l'iter per il rilascio delle autorizzazioni. Con la fine dello stato di emergenza (fissato al 31 dicembre) il Regolamento dehors entrerà in vigore e le attività dovranno adeguarsi alle nuove regole in fatto di spazi, colori e materiali da utilizzare per gli arredi urbani.
«Come amministrazione conclude l'assessore - ci aspettiamo che questo processo produrrà nel medio periodo una maggiore qualità nelle dotazioni strutturali degli esercizi di somministrazione e un graduale processo di diversificazione commerciale a beneficio di un centro storico meglio vivibile e più in linea con le esigenze di chi vi risiede e lavora tutta la giornata».

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