I protagonisti della domenica/Spagnolo e Cissè: la meglio gioventù e qualche rimpianto

I protagonisti della domenica/Spagnolo e Cissè: la meglio gioventù e qualche rimpianto
di Vincenzo MARUCCIO
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Lunedì 21 Marzo 2022, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 13:16

Tutto in una sera. Il campione del futuro che si conferma e una stella che nasce. Basket e calcio, destini che s’incrociano nella Puglia crocevia. Matteo Spagnolo torna a Brindisi e mette a segno 20 punti con il Cremona (nonostante la sconfitta) con il sogno Nba all’orizzonte. Moustapha Cissè, passato dal Salento dopo la “fuga” dalla Guinea, sigilla con un gol decisivo l’esordio in A con la maglia dell’Atalanta. Classe 2003 entrambi e già questa è una straordinaria coincidenza. La meglio gioventù dello sport, si dice in questi casi: 19 anni compiuti lo scorso gennaio per il playmaker già maglia azzurra; 19 anni il prossimo autunno per l’attaccante che mister Gasperini ha lanciato nella mischia dopo i gol nella Primavera nerazzurra. Sembra un film, ma è realtà: lo sport, quando si spengono veleni e polemiche, sa regalare splendide sorprese.

Cecchino da 3 punti: da Brindisi verso l'Nba


Di Spagnolo sappiamo tutto: dalle Under 12 di Brindisi e Mesagne all’approdo nel Real Madrid con i giornalisti americani di Espn che ne tessono gli elogi in vista del Draft di giugno, ma vederlo da bordo campo è un’altra storia. Corsa-arresto-tiro e retina che si muove senza che la palla tocchi il ferro. Contropiede, assist e step back da tre punti allo scadere del primo tempo con il pubblico della sua città che s’inchina. In quel palazzetto dove ci andava da bambino a tifare la Stella del Sud. Luca Doncic il suo modello, come lui stesso ha dichiarato nelle ultime interviste: lo sloveno ex Real (e ora stella dei Dallas Mavericks) a cui Spagnolo ha “rubato” più di un segreto negli anni della sua cantera spagnola. Spagnolo sempre più cecchino da 3 punti: caratteristica che piace agli americani. Tipica più della scuola slava - per un play - che di quella italiana. Alla Drazen Petrovic, giusto per scomodare il più grande tra i “figli” d’Europa sbarcati in America. Sacrifici e allenamenti, allenamenti e sacrifici: è la ricetta snocciolata a chi gli chiede il segreto. Oltre, ovviamente, ad uno smisurato talento. Resta il rimpianto di averlo “perso” troppo presto: neanche il tempo di averne ammirato le gesta che Spagnolo, ragazzino, era già altrove. Roma, la Spagna e poi - quando terminerà la parentesi Cremona - chissà dove il prossimo anno. Va così anche nel basket dove i colossi, con più soldi nel cassetto, si “mangiano” le provinciali. Anche se di lusso, come nel caso del Brindisi. È il rimpianto che ci portiamo dietro: non riuscire a trattenere per un po’ questi gioielli di casa, non poter provare, almeno per una volta, a scalare la classifica con loro.

Questione di risorse più che di volontà: dipendesse dall’Happy Casa, l’avrebbero subito ripreso nel roster. Impresa impossibile. Operazione troppo costosa e poi i palcoscenici che lo aspettano sono altri.

 

Il fiuto del gol: dal Salento alla serie A in due mesi


Il sogno, invece, prende la forma di favola per Cissè. Non c’è parola più adatta. Il gol al Bologna l’hanno visto tutti: stop a seguire di destro e tiro di sinistro all’angolino. Dicono a Leverano, la piazza salentina dove fino ad appena due mesi fa giocava nell’Asd Refugees (squadra di Seconda categoria) formata da stranieri richiedenti asilo, che di gol così ne faceva a bizzeffe e anche di più belle. Ma solo nelle partite non ufficiali perché non poteva essere tesserato. Arrivato 16enne dal cuore dell’Africa dopo la morte del padre con la voglia di imparare e mai tiratosi indietro in un allenamento. Fatica, sudore, riscatto: tutto in un pallone che devi buttare dentro per sperare in una nuova vita. Cissè di testa, Cissè di collo pieno, Cissè di precisione fino a quando dal Salento lo segnalano all’Atalanta  che, da sempre attenta ai talenti, lo prende subito per la squadra Primavera. Neanche il tempo di disfare le valigie che, con le Giovanili, mette ko Sampdoria e Milan a suon di gol. Neanche il tempo di prendere confidenza con la panchina in serie A che mister Gasperini lo butta dentro per l’ultima mezz’ora contro il Bologna. Il resto è virale: Sky, Dazn, le interviste, i titoli dei giornali, la favola che fa il giro d’Italia. Quello che verrà è un’incognita, ma i presupposti ci sono tutti: umile in campo, attaccante di razza, senso della posizione, fiuto per il gol. 

A Brindisi e a Lecce: giovani talenti volati via troppo presto 


Restano le domande: forse ingiustificate, ma si sa che i tifosi sono fatti così. Che peccato, lui che si allenava a pochi chilometri dal Via del Mare, non averlo portato in giallorosso. Che peccato che proprio il Lecce, da sempre attento a "pescare" gli enfant prodige in mezzo mondo, ci abbia messo gli occhi addosso troppo tardi. Che peccato che questo talento sia “sfuggito” ai talent scout lasciando che l’Atalanta se lo portasse via da sotto il naso in un batter d’occhio. Il rimpianto per un campioncino in erba che, a riguardare gli highlights, avrebbe forse fatto comodo alla corsa del Lecce per la serie A. Moustapha come Matteo. Passati e, in un lampo, volati via. Noi, qui, orgogliosi per le loro radici e felici per quanto sapranno fare. Con l’amaro in bocca per doverli guardare solo da lontano.

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