Sospesa l'interdittiva antimafia per le società di Giancarlo Mazzotta

Il Barone di Mare di Torre Dell'Orso
Il Barone di Mare di Torre Dell'Orso
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Lunedì 29 Marzo 2021, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 22:50

Sospese le interdittive antimafia emesse il 12 gennaio scorso dalla prefettura di Lecce a carico di cinque aziende della galassia imprenditoriale dell'ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta. Con tre ordinanze la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Lecce (presidente Carlo Cazzella, relatore Pietro Errede, a latere Giovanni Gallo) ha riabilitato le società appartenenti a Pierluigi Mazzotta (Tiemme e Tiemme Beach), Dino Mazzotta (Mantour) e ad Hermes e Greta Mazzotta (Pgh Barone di Mare  e Pgh Beach), rispettivamente titolari delle attività di gestione della struttura Eurogarden Village a San Foca, dello stabilimento balneare La spiaggetta a Porto Cesareo e della struttura Barone di Mare a Torre dell’Orso.

IL RICORSO

Accolto il il ricorso degli avvocati difensori Saverio Sticchi Damiani, Paolo Spalluto ed Andrea Sambati, discusso il 4 marzo scorso quando il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia, Guglielmo Cataldi, ha dato parere contrario a concedere il controllo giudiziario. Si tratta di una procedura che consente alle società di proporsi nuovamente alle aministrazioni pubbliche attraverso i suoi proprietari ma con il controllo sia di un giudice che di un amministratore giudiziario che hanno il compito di verificare la sussitenza o meno del pericolo di infiltrazioni mafiose. Due anni il termine indicato per le aziende dei Mazzotta.

La misura viene concessa soltanto nell’ipotesi in cui il  pericolo di contaminazione mafiosa ravvisato dalla prefettura sia ritenuto meramente occasionale e quindi superabile dall’impresa. L’interdittiva viene sospesa e vengono salvaguardati tutti i posti di lavoro, oltre 200 quelli dei Mazzotta.

LE MOTIVAZIONI

Nel caso in esame, il giudice ha ritenuto che non sussista alcun collegamento stabile tra le imprese e la criminalità organizzata. Il Tribunale nell’ammettere le imprese al controllo giudiziario, con contestuale sospensione delle interdittive, ha chiarito come nel procedimento penale in cui è coinvolto Giancarlo Mazzotta (allo stato ancora pendente, è il processo che dovrà stabilire se è vero che nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio d'amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d'Otranto i voti furono estorti anche attraverso pressioni esercitate dalla criminalità organizzata) “la fase processuale istruttoria ha già escluso ogni contatto di Mazzotta con esponenti malavitosi”, rilevando, peraltro, che in ogni caso, “tutte le condotte ascrivibili a Giancarlo Mazzotta da cui desumere, ad avviso del pubblico ministero, il pericolo di infiltrazione mafiosa sono comunque risalenti (prima del 2014) e ancora sub iudice, per cui oltre a difettare i dati della certezza e definitività processuale, difetta soprattutto il carattere dell’attualità delle esigenze di prevenzione.

Lo stesso Pierluigi Mazzotta ha documentato in atti di aver più volte denunciato contro ignoti episodi di danneggiamento e di incendio, il cui ripetersi nel tempo escluderebbe contatti dello stesso con ambienti malavitosi che potrebbero fornire alle sue società adeguata tutela sul territorio”.

Ed ancora, il Tribunale ha riconosciuto l’assenza di qualsiasi precedente ovvero di qualsiasi contatto per mafia nei confronti dei soci delle imprese, sottolineando come, in definitiva, è da “potersi reputare assolutamente occasionale un potenziale condizionamento delle società ovvero situazioni di contiguità o di agevolazione mafiosa”. 

I COMMENTI

«Tutte le società hanno deciso di sottoporsi spontaneamente alla vigilanza prevista dall’articolo 34 bis del codice antimafia per salvaguardare centinaia di posti di lavoro e dimostrare attraverso un controllo quotidiano la trasparenza e la legalità del proprio operato», il commento professore Sticchi Damiani alle ordinanze. «Il provvedimento dell’autorità giudiziaria, peraltro, ha l’effetto di sospendere l’interdittiva e, quindi, consente il mantenimento di tutte le autorizzazioni e concessioni in essere nel pieno rispetto della ratio della norma».

In virtù delle decisioni del Tribunale, le attività del Barone di Mare e dell’Eurogarden Village, con i relativi stabilimenti balneari e del Lido La Spiaggetta a Porto Cesareo potranno riprendere in regime di totale legalità, consentendo il mantenimento di tutte le autorizzazioni e concessioni e la salvaguardia degli oltre 200 posti di lavoro.

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