Dalle calette spunta una galleria di volti scolpiti nella pietra

Dalle calette spunta una galleria di volti scolpiti nella pietra
di Alessandra LUPO
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Martedì 23 Agosto 2016, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 17:40

Sono decine e decine, potrebbero essere oltre il centinaio: si tratta dei volti che affiorano dalla pietra morbida in alcune delle calette tra Sant'Andrea e Conca Specchiulla, marina di Otranto ma a pochi passi dall'agro di Melendugno.

Sono facce modellate da mani esperte, si dice che una ventina di anni fa uno scultore ne realizzò diverse, ma anche da artisti improvvisati che hanno voluto lasciare la loro traccia all'ombra dei costoni di roccia continuamente cesellati dall'erosione costiera, luoghi mozzafiato dove piccole baie da sogno emergono con la bassa marea e poi vengono cancellate in una notte dalle mareggiate.

 
Nonostante i noti problemi per la balneazione sicura, l'intera costa è da sempre battuta dagli appassionati: che la scelgono non solo per fare il bagno ma anche per passeggiate e pedalate a metà tra la macchia mediterranea e l'orizzonte generoso da cui con la tramontana spunta immancabile il profilo delle montagne albanesi. Per gli appassionati, le calette si chiamano "il buco”, "la conchiglia”, "la grande” e così via ed è qui che seguendo la superficie capricciosa della roccia ci si imbatte in queste strane incisioni. Inutile dire che il pubblico delle facce si divide tra chi condanna la pessima abitudine di incidere (anche nomi, date e cuoricini) su qualsiasi superfice friabile e chi invece è incuriosito da questa sorta di cattedrale spontanea a pelo d'acqua.




 

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