Il collaboratore accusa: «Dall'ex sindaco favori e 30mila euro per il voto»

Il collaboratore accusa: «Dall'ex sindaco favori e 30mila euro per il voto»
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 12:21
Sull'ex sindaco di Sogliano Cavour piovono le accuse di collusione con la criminalità comune e con la criminalità organizzata. Punta il dito contro Paolo Solito l'ex boss del gruppo malavitoso locale ed esponente del clan mafioso Coluccia di Noha: Vincenzo Cianci, 34 anni, del posto, ha messo nero su bianco nel memoriale di collaborazione con la giustizia, di avere ricevuto 30mila euro e vari favori per sostenerlo nella campagna elettorale. Per sostenere Solito e l'ex vicesindaco Luciano Magnolo. Favori come la gestione di un ristorante, l'assegnazione a parenti di alloggi popolari, l'affidamento della gestione della Sagra delle friseddhre del 2016, l'appoggio in paese per proporre contratti non meglio precisati a negozi ed artigiani nonché il pagamento delle bollette di luce acqua e spazzatura di alcuni suoi conoscenti. E Cianci ha parlato anche di pensieri al clan Coluccia. Pensieri dei due ex numeri uno e due della giunta comunale. Tirato in ballo un altro ex sindaco: Salvatore Polimeno. Perché avrebbe fatto assumere in una casa di riposo i parenti del collaboratore.
Cianci ha inoltre riferito ancora del vicesindaco Magnolo per dire di avere ottenuto delle somme di denaro date poi in prestito con interessi usurari. Luciano Magnolo è l'esponente dell'amministrazione comunale arrestato con Cianci nell'operazione Contatto di due anni fa condotta dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia (Dda), Guglielmo Cataldi, dal sostituto Roberta Licci e dai carabinieri del Nucleo operativo di Maglie che diede poi il via alla procedura conclusasi con lo scioglimento del consiglio comunale di Sogliano per pericolo di infiltrazioni e di condizionamenti mafiosi.

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Magnolo risponde di concorso esterno in associazione mafiosa, ora al centro delle accuse c'è l'ex primo cittadino. Se ne parla nelle 50 pagine di verbali depositate dal pubblico ministero della Dda, Carmen Ruggiero, nel processo che vede imputati Magnolo, il boss Antonio Coluccia, Tamara De Simone, Andrea Giannuzzo, Sonia Murinu, Antonio Nucida e Rocco Stampete. Che quei verbali entrassero nel processo lo ha chiesto il presidente della prima sezione penale, Stefano Sernia, su istanza degli avvocati difensori Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Greco, David Alemanno, Ladislao Massari, Michelangelo Gorgoni, Simone Viva, Donato Sabetta ed Enrico Chirivì.
Accuse pesanti che al momento tuttavia costituiscono solo la parola del collaboratore di giustizia e non risultano riscontrate. Non hanno avuto tantomeno il vaglio di un processo per stabilire se siano fondate o meno.
Cianci le ha riportate in un manoscritto quelle accuse. A cominciare dal racconto del sostegno nella campagna elettorale: «Insieme ad altri appartenenti al mio gruppo di Sogliano Cavour, in cambio di 30mila euro e di varie agevolazioni, ho sostenuto l'elezione di Paolo Solito a sindaco del comune di Sogliano e di Luciano Magnolo. Tra le altre cose, Paolo Solito mi ha consentito di avere in concessione, per interposta persona, la gestione del ristorante....».
Ed ancora. Cianci ha sostenuto nel suo memoriale di comportamenti attribuiti all'ex sindaco che indicano il riconoscimento del potere mafioso del clan Coluccia: «Sono a conoscenza del fatto che omissis (così letteralmente nel verbale, ndr) è persona vicina ai Coluccia ed ha avuto vari favori da parte del sindaco con assegnazioni di appalti. peraltro mi risulta che Solito e Magnolo abbiano più volte inviato il pensiero ai Coluccia».
In quelle 50 pagine di verbali Cianci parla della sagra del 2016 per dire di avere ricevuto fra i 15 ed i 16mila euro e che i 2200 euro di diritti della Siae li avrebbe pagati il sindaco grazie all'intercessione di Antonio Coluccia
Si torna in aula il 18 dicembre, nel processo che vedrà Cianci testimone.
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