Siti inquinati, 500mila euro per procedere alle bonifiche

Siti inquinati, 500mila euro per procedere alle bonifiche
di Paolo CONTE
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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 00:21

Siti d’intervento a Lecce, Melendugno, Tricase, Ugento e Casarano, tutti ammessi a finanziamento per un totale di 500mila euro con lo scopo di pizzicare gli sporcaccioni: via al progetto operativo “Chi inquina paga” promosso dalla Provincia di Lecce. «Con questo nuovo intervento in campo ambientale, l’Ente dimostra sempre più la capacità di conoscere nel dettaglio la qualità del territorio - spiega il presidente della Provincia, Stefano Minerva -. Mettiamo in campo un grande progetto per individuare chi si rende responsabile di inquinamento e far sì che le parole difesa e tutela acquistino concretezza».

Il progetto

La proposta è stata sottoposta all’attenzione della Regione Puglia, che «aveva messo a disposizione delle Province risorse economiche da impiegare in questo tipo di attività di indagine per identificare il responsabile dell’evento inquinante».

Individuare e verificare le responsabilità relative alla contaminazione dei luoghi rappresenta l’obiettivo cardine del progetto che mira all’attuazione di un principio di matrice comunitaria. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti i siti che, secondo il Servizio Tutela e valorizzazione ambientale della Provincia, hanno presentato problematiche rispetto all’inquinamento delle matrici ambientali (aria, terra e acqua).

I siti

Sono stati selezionati il cantiere del metanodotto interconnessione Tap (Lecce), i pozzi di monitoraggio realizzati nell’ambito della costruzione del metanodotto di interconnessione Italia – Albania (Melendugno), il superamento in diversi campioni di suolo per il parametro berillio (Tricase), il superamento in diversi campioni di acque prelevati da 13 pozzi per i metalli pesanti ferro, nichel, cromo nonché per il boro, i solfati, dicloetilene e Ipa (Ugento), il superamento in diversi campioni di acque prelevati da 15 pozzi per i cloruri, coliformi, steptococchi, nitrati, ferro, nichel, cromo, zinco, arsenico, solfati e IPA (Casarano). 

I fondi


Alla Regione sono state inoltrate cinque schede di richiesta di finanziamento da 100mila euro per ogni sito. La fase di verifica preliminare si svolgerà con l’ausilio della Polizia provinciale. Un primo step già raggiunto a margine della determinazione siglata dal dirigente del Servizio Tutela e valorizzazione ambientale Antonio Arnò, che approva il quadro economico del progetto operativo. Considerate le differenze relative alla localizzazione e alla tipologia dei superamenti riscontrati, le cinque aree selezionate dal Servizio Tutela dovranno essere gestite in maniera singolare dal punto di vista tecnico. Di conseguenza, anche i tecnici incaricati dell’attività di indagine verranno selezionati singolarmente. «Con questo progetto puntiamo ad analizzare, valutare e rigenerare i siti individuati e ben distribuiti in tutta la provincia - afferma il consigliere provinciale con delega all’Ambiente, Fabio Tarantino -. Chi inquina paga è la sintesi di una linea di indirizzo che la Provincia, insieme ai suoi organi di controllo, sta perseguendo per ridare slancio alla propria azione deterrente sul territorio provinciale».

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