L'ultimo saluto a Silvia Famularo in Cattedrale: addio alla signora della tv salentina

L'ultimo saluto a Silvia Famularo in Cattedrale: addio alla signora della tv salentina
di Leda CESARI
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Domenica 28 Agosto 2022, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 14:31

La vita - quella stessa vita che le aveva donato tutto: bellezza, intelligenza e cultura, una famiglia da manuale, la grazia di una comunicativa efficace e diretta - le ha tagliato la strada all’improvviso, ma non troppo, proprio nel giorno in cui Lecce è tornata alla normalità dopo la festa patronale. Come se Silvia Famularo, giornalista e scrittrice leccese scomparsa ieri a 66 anni - portati in sprezzo totale delle leggi anagrafiche - abbia voluto preservare fino all’ultimo la sua città da un dolore troppo grande, capace di sovvertire perfino una festa antica e consolidata nel suo essere a dispetto di tutto come Sant’Oronzo.

Una vita in tv tra calcio e Salento poi la malattia

Si è spenta a causa di una lunga malattia cui l’anno scorso, in questo stesso periodo, sembrava essere sfuggita; eppure no.

Perché certi mali infernali sono così: infidi, privi di logica e di morale. Moglie del radiologo Piero Quarta Colosso, madre giustamente orgogliosa di cinque figli - Ornella, Carlotta, Diletta, Gaspare e Ottavia - Silvia Famularo, che qualche mese fa aveva dovuto incamerare anche il dolore di perdere una sorella, Rachele, per un altro maledetto male, aveva due passioni grandi: il Salento e le sue tradizioni, il calcio e il Lecce. Aveva infatti lavorato a lungo sia per censire e tramandare storie, leggende e costumi salentini dei secoli scorsi, raccontati con leggerezza e grande proprietà di approfondimento e quello sguardo chiaro e però pungente che non perdonava, una volta incontrato. Con la stessa, identica passione si dedicava a quella che era stata in fondo una scoperta tardiva, rispetto a certi mondi maschili, ma altrettanto radicale: il giornalismo sportivo. Che l’aveva fulminata sulla strada di TeleRama facendola diventare volto noto del piccolo schermo locale (e non solo): conduttrice imperiosa, per nulla distaccata delle trasmissioni “Piazza Gialllorossa”, “Lecce Channel” e “Diretta Stadio”, tappe professionali che Silvia aveva inanellato con competenza e grande amore per la squadra giallorossa, approdando perfino a “Quelli che il calcio” sulla Rai. Nel contempo, però, non aveva mai trascurato il suo amore (equamente suddiviso tra il capoluogo e il Capo di Leuca, dove trascorreva le vacanze) per la terra natia, glorificata con varie collaborazioni giornalistiche e poi con “Terre del Salento” (sempre su TeleRama), più molti volumi dedicata alla storia e alle tradizioni locali: per uno degli ultimi libri - “Salento. Divine tavole - L’arte del gusto e dello stile” - aveva chiesto e ottenuto da chi scrive (impossibile, d’altronde, dirle di no) un capitolo “g-astrologico”. E una presentazione al castello di Tutino, giusto un anno fa, che sembrava aver decretato la sua guarigione definitiva e il suo ritorno sulla scena da protagonista principale del mondo giornalistico e culturale del Salento. Invece così non è stato.

Il cordoglio del sindaco Salvemini e l'ultimo abbraccio sui social

E ieri, man mano che la notizia tremenda della morte s’andava diffondendo, una valanga di messaggi di cordoglio, dolore, rimpianto ha invaso i social e le chat Whatsapp di tutto il Salento, a testimonianza di quanto il Salento ricambiasse quell’amore trasfuso nei libri e nelle dirette tivù. Anche il sindaco Carlo Salvemini ha voluto onorare la giornalista scomparsa: “Silvia Famularo è stata una cultrice della bellezza di Lecce e del Salento, che ha approfondito e divulgato attraverso trasmissioni tv e numerosi libri, raccontandone storie famigliari, leggende, tradizioni, cucina, con uno stile elegante e appassionato. Una lunga testimonianza d’amore per questa terra. Al marito Piero, ai figli, alla sua famiglia e a tutte le persone che le hanno voluto bene va il mio pensiero affettuoso in questa giornata così triste”. I funerali si sono svolti stamattina alle 9 nella Cattedrale di Lecce. Addio, Silvia, ci mancherai molto: sostituzione impossibile.

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