Sicurezza, infanzia e primaria: solo 10 edifici su 100 con l'agibilità

Sicurezza, infanzia e primaria: solo 10 edifici su 100 con l'agibilità
di Maddalena MONGIò
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Settembre 2019, 08:54
Si torna a scuola accompagnati da vecchi problemi. Il faro è acceso sulla sicurezza visto che solo 10 scuole su 94 hanno il certificato di agibilità statica.
Oggi aprono i battenti alcune scuole, mentre la gran parte suonerà la prima campanella lunedì. Per un totale di 107.377 studenti. Ed è un ritorno tra i banchi con un avvio senza le nuvole sulle nomine dei docenti che quest'anno l'Ufficio scolastico provinciale è riuscito a incastrare nei tempi giusti, ma in compenso le famiglie dovranno fare i conti con il precariato imperante e con la sicurezza delle scuole che, nonostante i tanti quattrini impegnati dalla Regione Puglia, continua a presentare grosse criticità.

Allerta sicurezza anche nelle scuole superiori (di competenza della Provincia) dove si fanno i salti mortali per coniugare le priorità degli interventi con le scarse risorse che lo Stato trasferisce alle Province per effetto della riforma Delrio. Il paradosso, in questo caso, è ben noto: meno soldi a parità di competenze e Province azzoppate nonostante il referendum costituzionale, che doveva cancellarle, non sia passato. In cosa si traduce? In 15 milioni di euro che il presidente della Provincia, Stefano Minerva, chiede per poter affrontare il fabbisogno, ma che mancano all'appello. Intanto sugli interventi programmati su 30 scuole, per 11.620.00 (al netto dei 15 che non ci sono), la Provincia ha aperto il portafoglio per un totale di 2 milioni e 100mila euro che saranno utilizzati per intervenire su quattro scuole. In attesa di quattrini 26 scuole per interventi sulla sicurezza o il completamento degli spazi.

Zona rossa per infanzia e primaria. Un dato su tutti: su 94 scuole salentine (53 a Lecce) dell'infanzia e primarie (la cui manutenzione spetta ai Comuni), monitorate da Cittadinanzattiva con un'indagine che ha riguardato 6.556 edifici scolastici, sparsi in tutt'Italia, solo 10 hanno il certificato di agibilità statica e solo 30 sono risultate in regola con il certificato di agibilità sanitaria. Anche sugli impianti si arranca. Sono solo 22 le scuole che hanno impianti che rispettano le norme di sicurezza, 21 la conformità dell'impianto elettrico, 9 sono previste della rete di idranti, 9 hanno le scale antincendio e sul certificato prevenzione incendi è un de profundis. Dal report ad oggi la situazione è pressoché invariata perché tra lungaggini burocratiche e carenza di personale tecnico nei comuni, i cantieri non si aprono o si muovono con la lentezza degna di una tartaruga.

Lo stato di criticità lo ha rilevato la Task Force per l'edilizia scolastica nel report pubblicato ad aprile. In Puglia, a fronte di 290 milioni e spiccioli, sono in campo 342 interventi di cui 60 per il miglioramento sismico, 65 per l'adeguamento sismico, 43 per le nuove costruzioni, ma si sono evidenziate 201 criticità di cui 59 risolte con l'intervento della Task force e 132 ancora in zona rossa. La Puglia è terza, nella top ten di chi è in affanno, preceduta da Campania e Lazio, seguita da Lombardia, Calabria Piemonte, Basilicata, Sicilia, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria. Nella stragrande maggioranza dei casi le criticità sono connesse alla fase di esecuzione dei lavori (58%) e alla progettazione esecutiva dell'intervento (22%).

I due talloni di Achille non sempre legati a responsabilità dirette delle amministrazioni, ma per quanto riguarda la fase esecutiva anche alla vita delle imprese. Non è infrequente negli appalti pubblici che fallimenti, scarsa liquidità dell'impresa o altro tipo di casistiche rallentino i lavori, quando non li bloccano addirittura. Su richiesta della Regione la Task force in primavera aveva eseguito sei sopralluoghi per operare i dovuti approfondimenti tecnici richiesti e finalizzati alla concessione del finanziamento. Nel report della Task force certifica che, per le Regioni monitorate, al 31 dicembre 2018, su 2.533 interventi il 32% risultano conclusi con certificato di fine lavori emesso. Della restante parte il 42% degli interventi si trova nella fase di realizzazione dell'opera, il 43% è in progettazione mentre per il 15% si sta svolgendo la procedura per l'affidamento dei lavori. La tabella di marcia è in evidente affanno e il male, pare sia comune.
© RIPRODUZIONE RISERVATA