Serpenti e muta nel centro storico di Lecce, l'esperto: «I gatti non sono la soluzione»

Serpenti e muta nel centro storico di Lecce, l'esperto: «I gatti non sono la soluzione»
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Sabato 24 Settembre 2022, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:37

«I gatti non sono la soluzione alla presenza dei serpenti». Francesco Salvatore Chetta, guida ambientale escursionistica, interviene dopo la notizia del ritrovamento di due pelli di serpente nel centro storico di Lecce, a due passi dal Convitto Palmieri e da via Paladini. E, soprattutto, sulle dichiarazioni di alcuni residenti che hanno sottolineato l'importanza della presenza dei gatti per combattere la presenza rettili, topi e blatte.

L'esperto


«La presenza di rettili come ad esempio lucertole, gechi e talvolta anche serpenti nei centri urbani - afferma Chetta - è una situazione normalissima che non deve destare alcun stupore o preoccupazione. Nel filmato a corredo dell'articolo - aggiunge - si può osservare la muta della specie di serpente più comune nel Salento leccese, ovvero il biacco, comunemente chiamato “cursune” o “scurzune”.

Il biacco è un serpente innocuo e non velenoso, molto diffidente e di grande importanza ecologica in quanto controlla le popolazioni di piccoli mammiferi ed insetti come blatte e scarafaggi, di cui si nutre. Oltre ad essere un animale utilissimo, insieme a tutti gli altri serpenti è una specie protetta per legge, quindi è assolutamente vietato uccidere o catturare e detenere un esemplare di biacco».

Video


Sulla presunta importanza dei gatti per combattere la presenza di animali indesiderati, poi, aggiunge: «I gatti liberi in natura e nei centri abitati possono risultare estremamente dannosi per tantissime specie di animali selvatici, prime tra tutte le specie di uccelli che nidificano nei centri abitati. Un gatto che uccide un serpente o che distrugge una nidiata è da considerare un danno ambientale pari quanto un uomo che commette lo stesso “delitto”. Sarebbe buona norma procedere alla necessaria sterilizzazione dei gatti e attuare delle vere e proprie campagne di corretta informazione sulla sterilizzazione, questo per ridurne il numero nei nostri centri abitati, nelle campagne e nelle località naturalistiche».

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