«Disabile per colpa dei carabinieri chiedo il risarcimento: 2 milioni»

«Disabile per colpa dei carabinieri chiedo il risarcimento: 2 milioni»
di Veronica Valente
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Domenica 17 Gennaio 2016, 10:57
E' salato, molto salato il conto che Antonio Torquato Epifani presenta allo Stato. Ammonta a due milioni di euro la richiesta di risarcimento del danno avanzata dal 37enne originario di Galatina ma residente a Seclì, attraverso l'avvocato difensore Stefano Stefanelli, perché se è diventato invalido a 30 anni sarebbe tutta colpa delle botte subite da un carabiniere. "Attualmente, può compiere solo brevi tragitti a piedi, si accompagna con le stampelle o con il carrellino e accusa un notevole deficit di forza agli arti, soprattutto a quelli superiori, e alle mani, tanto da non potere compiere gli atti quotidiani della vita come vestirsi e svestirsi, tagliare il cibo, allacciarsi le scarpe", scrive il suo legale nell'atto inviato ai ministeri dell'Interno e della Difesa.

Tutto è iniziato il 15 aprile del 2009, quando il carabiniere Michele Gatto, 53, di Nardò, in congedo, insieme a un maresciallo e a un appuntato, raggiunsero l'abitazione di Epifani per arrestarlo in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione (reato per il quale ha poi patteggiato). Epifani cercò di fuggire, ma durante la corsa cadde a terra e dopo essersi rialzato si sarebbe trovato dinanzi al brigadiere Gatto che l'avrebbe spinto facendolo piombare nuovamente al suolo e l'avrebbe preso a calci e pugni in diverse parti del corpo.

La fuga costò al 37enne l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, ma il processo che ne è scaturito si è poi concluso con la sua assoluzione. Per il presunto pestaggio, invece, che gli avrebbe procurato lesioni al midollo della spina dorsale, nel luglio 2012, Gatto è stato condannato alla pena di tre anni e due mesi e al pagamento di una provvisionale di 50mila euro, confermata in appello il 30 gennaio 2015, e pendente in Cassazione.

Ma la faccenda non si è chiusa qui, perché la sentenza emessa dal giudice Michele Toriello segnò l'apertura di un nuovo procedimento (giunto all'udienza preliminare) nei riguardi di quattro militari accusati di falsa testimonianza, uno dei quali già rinviato a giudizio per falso in atto pubblico, e anche di Gatto, per abuso di autorità.

I due milioni di euro vanno così ad aggiungersi ai 300mila euro pretesi da Epifani per ingiusta detenzione, perché si legge nell'atto depositato lo scorso ottobre e al vaglio della Corte d'Appello di Lecce, nonostante le sue condizioni di salute fossero incompatibili alla detenzione, come accertato dalla stessa magistratura e dall'ente pubblico (che gli ha riconosciuto la pensione di invalidità quale inabile al 100 per cento e l'indennità di accompagnamento), è rimasto in carcere per dodici giorni e ai domiciliari per altri 296.

Una pagina da dimenticare nel rapporto fra forze dell’ordine ed indagati. Anche perché Epifani dopo il processo di primo grado su suo pestaggio venne arrestato con l’accusa di estorsione e successivamente assolto.
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