Seccati gli ulivi millenari
«Serve lo stato di calamità»

Seccati gli ulivi millenari «Serve lo stato di calamità»
di Mariagrazia FASIELLO
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Domenica 25 Febbraio 2018, 17:45
«Sono seccati anche gli alberi millenari di Strudà: passeggiare nel parco oggi fa venire le lacrime agli occhi». Lo dice con un misto di amarezza e rabbia il sindaco di Vernole, Luca De Carlo, mentre spiega le ragioni che lo hanno spinto a chiedere alla Regione Puglia lo stato di calamità permanente. Uno dei comuni «più olivetati d’Italia» cede al disseccamento causato dalla Xylella. «La nostra economia si basa soprattutto sull’olivicoltura - ammette - abbiamo bisogno di aiuto». La lettera è stata inviata al presidente Michele Emiliano e ripercorre le tappe di una vera e propria piaga che, pian piano, è arrivata nel territorio di Vernole e ha colpito alberi divenuti simbolo del Salento in tutto il mondo. «Purtroppo la normativa e l’impegno profuso per controllare il contagio non hanno prodotto risultati che potessero portare ad una soluzione - spiega il sindaco - ed è un obiettivo ancora molto lontano. Fino a due anni fa il nostro territorio non presentava problematiche così evidenti, in questi ultimi mesi invece abbiamo iniziato a veder morire i nostri alberi. Sono molto preoccupato, non solo per l’impatto economico ma anche per quello sul paesaggio, sul territorio e sulla cultura. Gli ulivi millenari sono morti, stanno morendo tutti, è veramente terribile veder seccare chiome che hanno resistito anche duemila anni. Passeggiare nel parco di Strudà ormai fa venire da piangere. Ho visto seccare mostri verdi, alberi con tronchi unici al mondo. La Regione deve dare una risposta a noi e a tutte le aziende coinvolte, abbiamo l’impressione che l’attenzione sull’epidemia da Xylella sia calata».
Qualche anno fa l’olio ricavato dai frutti della Regina, uno degli ulivi millenari più antichi del mondo e che cresce proprio a Strudà, è stato regalato all’allora first lady Michelle Obama. Il premio Oscar Helen Mirren, invece, lo scorso anno lo ha scelto per lanciare una campagna per salvare gli alberi colpiti dalla malattia. «I tentativi di salvare con innesti pare che non stiano andando a buon fine - continua De Carlo - siamo impotenti di fronte alla fine di un pezzo della nostra storia».
Da una parte il paesaggio che si sgretola, dall’altro un universo di aziende in bilico. «Abbiamo aziende importanti che vivono grazie a questo settore, vere eccellenze - aggiunge il primo cittadino - che già lamentano un calo della produzione del 30 o 40 per cento. Tanti giovani hanno investito risorse, non possiamo lasciarli soli. Portiamo avanti la battaglia contro Tap e contro l’eradicazione di 10mila alberi, ma dobbiamo preoccuparci anche di quale futuro avrà l’olivicoltura del Salento. Continuando così tra tre o quattro anni non avremo più alberi».
Per questo il sindaco chiede risorse alla Regione, sia per aiutare le aziende colpite dalla crisi sia per permettere a queste aziende di cercare strade alternative, dove possibile. «Chiediamo che venga attivato su tutto il territorio comunale lo stato di calamità permanente, - conclude - per poter accedere in maniera celere ai vari finanziamenti in corso di attivazione, per salvare o ripensare la nostra economia, per tentare tutto il possibile o far crescere nuove piante. Attendo presto una risposta da parte di Emiliano, la attendono tutti i miei cittadini».
L’epidemia, intanto, continua ad avanzare. Anche nel nord brindisino in questi giorni gli operatori agricoli e le stesse istituzioni hanno più volte sottolineato i ritardi accumulati, per gli abbattimenti, nelle aree più a sud-est della provincia e la necessità che la regione Puglia possa creare un fondo di garanzia per permettere agli enti locali di avere le risorse economiche per attuare le “buone pratiche” nelle aree pubbliche. Nel corso di un Consiglio regionale renutosi a Cisternino, i rappresentanti dei territori hanno evidenziato le difficoltà, per carenza di fondi, nel predisporre, nella massima ampiezza dei propri confini, gli interventi di potatura e decespugliamento di strade e aree verdi, finalizzati ad eliminare la sputacchina e fermare l’avanzata della malattia.
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