Scuole con poca connessione e prof non sempre preparatI: la teledidattica non decolla

Scuole con poca connessione e prof non sempre preparatI: la teledidattica non decolla
di Serena COSTA
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Martedì 3 Novembre 2020, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 11:29

Primo giorno, ieri, di didattica digitale integrata, ma non per tutte le scuole del primo ciclo nel Salento. Il primo problema è la connettività: in molti comuni salentini c'è solo l'Adsl e questo impedisce ai server di molti istituti di reggere il gran numero di video lezioni tenute dai docenti che si connettono da scuola. Il secondo problema riguarda i bambini Bes, ovvero i piccoli studenti con disabilità e disturbi di apprendimento, che invece possono fare lezione in presenza: «Il rischio è la ghettizzazione di questi alunni, perché il 25% è una quota esigua per creare classi in presenza», lamentano i presidi. E poi tutti vorrebbero che tornassero in classe per intero le prime e seconde elementari, le più fragili.

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Il combinato disposto di questi due fattori sta rallentando seriamente l'organizzazione di diversi poli comprensivi. Al comprensivo Calvino di Alliste, per esempio, la didattica digitale integrata partirà domani. «Il paradosso è che la maggioranza delle famiglie sta rigettando la didattica a distanza, mentre alcune, per paura del Covid, non stanno mandando a scuola i figli con disturbi dell'apprendimento spiega la dirigente, Filomena Giannelli . Stiamo cercando di capire come cercare di coinvolgere queste famiglie. Di certo, la nostra connessione internet è inidonea: al contrario dell'anno scorso, in cui i docenti si connettevano da casa, quest'anno lavorano da scuola e perciò stiamo facendo ricorso ad access point wifi. Altra questione è la didattica in presenza per gli alunni Bes: non vogliamo creare classi differenziali, perché sappiamo quanto sia importante che questi bambini studino insieme ai compagni che non presentano disturbi specifici dell'apprendimento.

Abbiamo lavorato tanto per capire come fare, senza creare situazioni di disagio ed emarginazione: abbiamo predisposto un modulo da inviare alle famiglie, per stimolarne l'adesione. Resta il fatto che vorremmo che tornassero per intero almeno le prime e le seconde, che hanno bisogno della dimensione affettiva e relazionale».


Non è ancora a pieno regime, sempre per problemi di connettività, anche l'Istituto comprensivo di Maglie: «Siamo in costante contatto con l'amministrazione comunale, che ci sta aiutando a risolvere il problema dice la dirigente, Anna Rita Cardigliano . Anche se abbiamo incominciato dal 30 ottobre, qualche disagio c'è ancora. In ogni caso, i nostri docenti hanno seguito la formazione e stiamo attivando i corsi di formazione per i nuovi docenti non abituati a usare la piattaforma».
Connettività carente anche a Vernole e Castrì, ma al comprensivo Diaz avevano incominciato la didattica a distanza già 15 giorni fa, per via di casi Covid nel plesso di Castrì. «I problemi di connettività ci sono perché manca la fibra spiega il preside, Pantaleo Conte e abbiamo potenziato il collegamento Adsl: il Comune è stato sollecito a risolvere il problema, speriamo che vada tutto per il meglio. Abbiamo anche organizzato le classi per i bimbi Bes con un ulteriore gruppo di 5 alunni: per ora ha funzionato bene, gli alunni sono un po' spinti dalla novità, ma non credo possa durare a lungo, perché si perde l'aspetto fondamentale della didattica, ovvero il rapporto umano».


L'organizzazione è entrata a regime già da venerdì al comprensivo Rina Durante di Melendugno: «Abbiamo distribuito 100 device agli studenti e la nostra piattaforma è molto intuitiva e consultabile anche dal cellulare racconta la preside, Anna Rita Carati . Certo, la didattica in presenza può assicurare a tutti un lavoro diverso, ma comprendo le esigenze di chiusura del governatore Emiliano. La mia è stata la prima scuola con due casi di positività al coronavirus e abbiamo subìto per primi l'iter della quarantena fiduciaria: mi sono resa conto quanto lavoro ci sia stato da parte dell'Asl, stare dietro al tracciamento di una classe è complesso. Piuttosto, muovo una critica ai cittadini che non rispettano le regole: un comportamento che mortifica noi dirigenti, che stiamo lavorando da 1 anno e mezzo senza sosta».

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