Scuola, sostegno per i disabili: in 3.600 per 200 posti. Al via i test

Scuola, sostegno per i disabili: in 3.600 per 200 posti. Al via i test
di Maddalena MONGIò
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Lunedì 15 Aprile 2019, 08:15
Prof e maestri in fila a Ecotekne, oggi e domani. In 3.600, per 200 posti, si sono iscritti per sostenere il test preliminare propedeutico alla prova scritta e orale da superare per accedere al Tfa (Tirocinio formativo attivo) per il sostegno, il corso che abilita all’insegnamento ai diversamente abili. Comunque è già stabilito che il Miur ha destinato all’Università del Salento 50 posti per l’infanzia e altrettanti per primaria, media e scuola superiore e che saranno ammessi alla prova scritta in 400. Cento euro la quota fissata da UniSalento per partecipare al test che sarà gestito da una società esterna. Chi supera le prove e rientra tra i primi 50 (per ogni ordine di scuola) dovrà versare all’Università 2.600 euro per l’immatricolazione, una delle tasse più basse tra quelle richieste dai vari atenei. Il dato che fa riflettere riguarda la forbice larga tra partecipanti e posti disponibili. Luigino Binanti, professore di Pedagogia generale a UniSalento e già presidente del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, dà una lettura molto critica del dato. «L’alto numero di partecipanti – dice – la dice lunga sul fatto che la scuola continua ad essere considerato un ammortizzatore sociale. L’obiettivo è dare il posto agli insegnanti e nessuno si preoccupa realmente degli utenti, che sarebbero gli allievi. Partiamo da una considerazione: perché c’è questo alto numero di partecipanti? Non sono convinto che siano tutti propensi a fare gli insegnanti di sostegno. Oltretutto stanno partecipando laureati in Giurisprudenza, Ingegneria, Architettura e le cose più varie. Hanno capito che il sostegno è l’escamotage, nel caso lo superino – senza alcuna competenza e conoscenza psico-pedagogica – per entrare in ruolo. Questo accade in un territorio dove il numero di alunni diminuisce ogni anno, per effetto della legge demografica. C’è una difficoltà occupazionale, ma non possiamo continuare a pensare che la scuola sia solo un ammortizzatore sociale, checché se ne dica in giro. Dobbiamo puntare ad avere docenti qualificati e formati adeguatamente, altrimenti – come ci dicono i risultati Ocse – gli studenti italiani, nell’ambito della comprensione dell’italiano, della matematica, delle scienze, sono agli ultimi posti». E non si ferma qui, la riflessione del prof che è critico anche rispetto all’alto numero di alunni con Bisogni educativi speciali (Bes). «C’è una seconda considerazione da fare – precisa Binanti –: è mai possibile che in Italia servano tutti questi insegnanti di sostegno? Se tutti quelli che vengono dichiarati autistici, portatori di difficoltà, fossero veri, dovremmo preoccuparci seriamente perché allora vuol dire che c’è un’epidemia. In nessuna altra parte del mondo c’è questa percentuale così elevata». La data del test (oggi infanzia al mattino e primaria al pomeriggio e domani scuola media al mattino e superiore al pomeriggio) è stata stabilita dal Miur per tutti gli atenei. Il test preliminare è costituito da 60 quesiti formulati con cinque opzioni di risposta, fra le quali il candidato ne deve individuare una soltanto. Almeno un terzo dei quesiti è volto a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in lingua italiana. La risposta corretta a ogni domanda vale 0,5 punti, la mancata risposta o la risposta errata vale 0 punti. Il test dura due ore. È ammesso alla prova scritta un numero di candidati, pari al doppio dei posti disponibili per gli accessi. In caso di parità di punteggio prevale il candidato con maggiore anzianità di servizio di insegnamento sul sostegno nelle scuole. È ammesso alla prova scritta chi, all’esito della prova selettiva, ha conseguito lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi. Da domani prof e maestri con le dita incrociate.
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