Infiltrazioni mafiose, sciolto il Consiglio a Scorrano

Infiltrazioni mafiose, sciolto il Consiglio a Scorrano
di Valeria BLANCO
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Venerdì 17 Gennaio 2020, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:40
Ieri mattina il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Scorrano e il contestuale affidamento dell'amministrazione dell'ente a una Commissione di gestione straordinaria.

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A poco più di un mese dall'analogo provvedimento adottato nei confronti dell'amministrazione di Carmiano, guidata da Giancarlo Mazzotta, un altro Consiglio comunale salentino - il quinto in due anni - affronta l'onta dello scioglimento per mafia.
L'anno peggiore è stato il 2018: due i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose in provincia di Lecce, quello di Surbo allora guidato da Fabio Vincenti e quello di Sogliano Cavour guidato da Paolo Solito, su un totale di quattro nell'intera regione. L'anno prima, nel 2017, era toccato a Parabita, ente allora guidato dal sindaco Alfredo Cacciapaglia, che lo scorso anno ha eletto un nuovo sindaco. Rimangono commissariate quindi Sogliano, Surbo, Carmiano e ora anche Scorrano.

Un dato del tutto fuori dalla norma per il Salento, che in precedenza aveva visto solo due volte lo scioglimento per mafia di un'amministrazione comunale: nel 1991 era toccato a Gallipoli e a Surbo, poi 26 anni di assoluta tranquillità. Adesso, invece, con i suoi quattro comuni commissariati, secondo i dati riassuntivi pubblicati da Avviso Pubblico, Lecce supera persino Foggia, che al momento ne ha solo tre.

Numeri che spingono a interrogarsi sulla strada che ha intrapreso il territorio, sempre più decantato come meta turistica, Eden della movida e dei party in spiaggia, con ancora tanto, troppo torbido che si nasconde dietro gare e appalti, dietro un'economia legale che gira e che facilmente può essere sfruttata per fare affari sporchi. È il nuovo volto della mafia: un criminalità che, come suggeriscono gli esperti, ha messo da parte bombe e pistole, ha indossato giacca e cravatta e si aggira con disinvoltura nei palazzi.

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Impossibile, oggi, non ricordare il grido d'allarme lanciato dal procuratore generale Antonio Maruccia: «Sono i politici a rivolgersi ai mafiosi per avere il consenso elettorale. E non viceversa». Anche il procuratore capo Leonardo Leone De Castris, in un'intervista a Quotidiano, aveva sottolineato la tendenza della criminalità organizzata locale ad allontanarsi progressivamente dagli spazi tradizionali - estorsioni, stupefacenti, rapine - reati predatori che non creano consenso, per avvicinarsi alle amministrazioni pubbliche e al mondo delle imprese. «La criminalità trova conveniente procurarsi contatti per partecipare alla assegnazione di questi servizi o degli appalti, ma certamente anche una certa politica guarda a serbatoi di voti sicuri: contatti che avvengono soprattutto all'approssimarsi delle campagne elettorali».

Proprio questo sarebbe accaduto, ancora una volta, anche a Scorrano, dove il sindaco Guido Stefanelli è rimasto invischiato nell'operazione Tornado condotta dai carabinieri di Maglie che, lo scorso giugno, portò all'esecuzione di 27 ordinanze di custodia cautelare (17 in carcere, dieci ai domiciliari) contro il clan Amato. Stefanelli risultò indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il primo cittadino, che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli vengono contestati, aveva scelto di non rassegnare le dimissioni. Adesso, però, dovrà abbandonare la poltrona di sindaco che, per i prossimi 18 mesi, sarà occupata da un commissario che sarà nominato nei prossimi giorni dalla prefettura.
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