Si basava su una piattaforma informatica realizzata nel 2000 da un soggetto piuttosto noto alle forze dell'ordine, Luigi Tancredi (romano, accusato di ricettazione e già coinvolto in altre indagini) ma potenziata grazie a un altro indagato per fare fronte alle esigenze contemporanee, il sistema grazie al quale - secondo uno stima - una community composta da milioni di giocatori sparsi in ogni angolo della terra scommettevano anche «one to one» malgrado fossero a migliaia e migliaia di chilometri di distanza.
L'arresto di 33 persone legate al sodalizio
È emerso durante le indagini che oggi hanno consentito alla Dda e ai carabinieri di Salerno di arrestate 33 persone ritenute legate a una organizzazione criminale, con ramificazioni anche all'estero, accusata di avere messo in piedi un giro miliardario di scommesse illegali. A capo dell'associazione a delinquere è risultato essere Luigi Giuseppe Cirillo, figlio di un boss, il quale, secondo gli investigatori, avrebbe realizzato una vera e propria holding del «gaming on line» (casinò, poker Texas Holdem) associandosi alla rete «dbgpoker», non autorizzata in Italia e avvalendosi anche della mafia casalese.
I resti contestati: dalle scommesse illegali al riciclaggio
I reati contestati, a vario titolo, agli indagati, sono associazione per delinquere finalizzata a delitti in materia di giochi e scommesse illegali, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche, autoriciclaggio. Alcuni destinatari dei provvedimenti cautelari, i reati viene vengono contestati con l'aggravante di averli commessi per agevolare il clan dei Casalesi.