Scavi coperti dalle erbacce, D'Andria: «Preoccupato per l'anfiteatro Rudiae»

L'anfiteatro Rudiae
L'anfiteatro Rudiae
di Ilaria MARINACI
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Domenica 17 Giugno 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:49
«Parto per la Turchia con due preoccupazioni: la giungla di erbacce di Rudiae e la sorte dei reperti che si trovano al Must».
L’archeologo Francesco D’Andria è in viaggio per una missione di restauro a Hierapolis ma il pensiero resta a Lecce e a due questioni che lo tengono in ansia. La prima è l’erba che cresce incolta nell’anfiteatro di Rudiae. Il cantiere di scavo è stato consegnato ma da allora l’area dell’anfiteatro e quella circostante è chiusa e abbandonata a se stessa. Si attende che venga definito il percorso per affidarne la gestione, anche perché continuano ad arrivare richieste di visita di leccesi e turisti. Nel frattempo, però, l’erba cresce fra i gradoni e il parco necessita di pulizia. 
«Rudiae non deve diventare una giungla – dice D’Andria – col pericolo che, se si sviluppa un incendio, ci distrugga tutto quello che abbiamo scavato. Sarebbe anche compito della Soprintendenza unica preoccuparsene. Spero e immagino che il Comune stia pensando di provvedere al più presto al diserbo». L’archeologo auspica, come detto più volte, che Lecce segua il modello Cavallino. «Il problema a Rudiae è anche di gestione. A Cavallino, per esempio, c’è la cooperativa di giovani che gestisce il parco che si occupa periodicamente di eliminare le erbacce dall’area archeologica».
La seconda questione che preoccupa D’Andria è l’intenzione dell’assessore alla Cultura Antonella Agnoli di trasferire al Castello Carlo V la sezione archeologica del Must, quella, per intenderci che racconta la storia della città dall’antichità fino al Medioevo, per riservare l’ex convento di Santa Chiara solo all’arte contemporanea. Il professore emerito dell’Università del Salento ha appreso la notizia in un colloquio con la stessa Agnoli. «Non condivido questa iniziativa – dichiara – e ho scritto una lettera al sindaco Carlo Salvemini, spiegando che la Regione Puglia ha assegnato per il progetto Must – Museo Storico della Città di Lecce ben 800mila euro di fondi Fesr, in parte usati per l’allestimento. A mio parere c’è la necessità di capire quale è stato il destino di questi soldi prima di prendere qualsiasi decisione».
 
Una settimana fa, Salvemini ha voluto incontrare D’Andria per un chiarimento. «Il sindaco si è impegnato a fare una ricerca con gli uffici del Comune per capire come sono stati spesi i soldi. Se sono già stati spesi tutti per l’allestimento – sottolinea l’archeologo – la sezione archeologica deve essere aperta al Must, altrimenti si dovrebbero restituire 800mila euro alla Regione. Tutti i musei finanziati con i fondi Fesr sono già stati ultimati tranne il Must di Lecce, che pure si era piazzato secondo in graduatoria. Il finanziamento era vincolato a quel progetto e di Museo Storico di Lecce si parla dal 1990, da quando la Fondazione Memmo ha restaurato il Teatro Romano. Non mi pare razionale, dopo aver acquistato basi e vetrine, dire “abbiamo scherzato” e spostare tutto. Con quali soldi poi? È un ginepraio che il sindaco si è impegnato a sciogliere».
Nella lettera a Salvemini, D’Andria si dice preoccupato anche per la sicurezza dei reperti che si trovano già al Must, inclusa la statua “togata” recuperata a Rudiae nel 2014. «Dal Comune mi hanno fatto sapere che le opere sono tutte assicurate ma se qualcuno le danneggia o vengono sottratte oppure disperse, a cosa ci serve il premio assicurativo?». D’Andria, infine, fa presente che l’esposizione delle opere al Must è stata autorizzata dall’ex soprintendente ai Beni Archeologici Luigi La Rocca. «Se decidessero di spostarle altrove – conclude – dovrebbero rifare di nuovo tutto l’iter autorizzativo».
Interpellato sulla situazione del degrado a Rudiae, il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Delli Noci rassicura che l’Amministrazione si sta già muovendo. «Abbiamo programmato per i prossimi giorni degli interventi per lo sfalcio dell’erba finalizzati a restituire decoro all’intero parco». E sulla sua fruibilità, Delli Noci anticipa che non sarà un’estate con Rudiae chiusa e senza visite guidate né eventi. Tutt’altro. «L’area archeologica – annuncia – sarà a breve accessibile a tutti i cittadini e i turisti che vorranno visitarla durante il periodo estivo. Tra pochi giorni, inoltre, saremo in grado di fornire un calendario di rappresentazioni teatrali che si terranno proprio in questa meravigliosa cornice. Tutto, ovviamente, di concerto con la Soprintendenza».

(foto di Adriano Liaci)
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