Nei guai i “re della scarpa” di Cutrofiano: rivendevano modelli griffati rubati

Nei guai i “re della scarpa” di Cutrofiano: rivendevano modelli griffati rubati
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Martedì 3 Maggio 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 19:58

ASCOLI PICENO – Scarpe di marca rubate ad Ascoli e rivendute nel Salento da un'organizzazione sgominata all'alba di oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ascoli Piceno. Il blitz, denominato "Easy Shoes", è scattato sulla base delle indagini eseguite dalla Procura di Lecce che ha portato all'arresto di cinque indagati tutti salentini, ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di ingenti quantitativi di calzature di pregio, asportate nel corso di numerosi grossi furti ai danni di aziende calzaturiere.

Nei guai è finita una nota famiglia di imprenditori del settore calzaturiero di Cutrofiano, da anni nel settore, i "re della scarpa": Fernando Russo, 55 anni, la sorella Elena Russo, 48 anni, la moglie Antonella Sanzico, 50 anni, il collaboratore Antonio Fuso, 57 anni - tutti di Cutrofiano - e Antonio Martina, 40enne di Lizzanello. Mentre è indagato a piede libero il 44enne Claudio Russo, anch'egli di Cutrofiano.

In particolare, hanno spiegato i carabinieri nella conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell'operazione, i furti sarebbe stati perpetrati in aziende ubicate nella provincia di Fermo, e una in provincia di Verona. I militari hanno effettuato numerose perquisizioni sia nel Salento che in alcune località in provincia di Caserta e alla fine hanno concentrato i risultati delle indagini soprattutto su sei gravi episodi delittuosi che avevano creato forte disagio sia nel tessuto sociale che economico dell’importante distretto calzaturiero: un furto in danno  del calzaturificio denominato “Errebi spa” corrente Sant’Elpidio a mare (Fm); furto in danno  del calzaturificio “Gi.ma fashion group” di Montegranaro (Fm); furto in danno  del calzaturificio “Brake” a Sant’Elpidio a mare (Fm); furto nel calzaturificio “Rodolfo Zengarini srl”  in Montegranaro (Fm); furto in danno  del calzaturificio “Elisabet”, ubicato nella zona industriale di Monte Urano (Fm).

Attraverso le indagini gli investigatori sono riusciti a ricollegarli tra loro; in particolare a individuare e circoscrivere il gruppo di persone a Cutrofiano che, avuta la disponibilità delle calzature oggetto dei furti, aveva poi provveduto a rivenderle attraverso una serie collaudata di canali commerciali “puliti”, sia esercizi commerciali che mercati rionali in numerosi comuni sul territorio nazionale.

Le successive investigazioni, sviluppate anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, permettevano non solo di circoscrivere i ruoli all’interno dell’associazione a delinquere, ma di individuare una serie di obiettivi dove erano state stoccate le calzature per essere di volta in volta distribuite alla vendita al dettaglio, nonché individuare la presenza del presunto capo dell’organizzazione all’interno della zona di stoccaggio proprio delle aziende fermane qualche giorno prima che poi divenissero obiettivo dei furti, formalmente per trattare partite di calzature da acquistare a stock.

Da qui la definizione, secondo gli inquirenti, dei ruoli che avrebbero svolto nel traffico le cinque persone finite stamattina in manette. Fernando Russo è ritenuto dagli investigatori il capo dell’organizzazione, che oltre a promuovere e organizzare le attività del sodalizio, si sarebbe occupato anche di individuare gli obiettivi e pianificare i furti messi poi a segno da persone ancora non identificate.
Antonella Sanzico, sua moglie, oltre a promuovere ed organizzare le attività del sodalizio, si sarebbe occupata della gestione delle vendite delle calzature oggetto dei furti all’interno del negozio “Via Montenapoleone” di Cutrofiano. Elena Russo, sorella di Fernando, avrebbe avuto il compito di esporsi in prima persona in qualità di legale rappresentante nei casi di rinvenimento e/o sequestri di calzature da parte dei carabinieri, così da permettere agli altri di proseguire nelle loro attività. Antonio Fuso avrebbe distribuito le calzature di illecita provenienza  presso i mercatini settimanali in Puglia, mentre Antonio Martina avrebbe avuto il compito di ricevere i pagamenti da parte dei clienti, in contanti o su una carta prepagata a lui stesso intestata, per poi riversare il denaro nel conto dell'organizzazione.

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