Scalo di Surbo, il bando per la vendita è andato deserto nonostante la proroga

Scalo di Surbo, il bando per la vendita è andato deserto nonostante la proroga
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:04

La proroga di un mese e mezzo disposta da Fs Sistemi Urbani e Ferservizi il 12 novembre non è bastata. Zero offerte: il bando da 1,6 milioni per la vendita dello Scalo merci di Surbo è andato deserto, come avvenne nel 2014. Quale sia ora il destino di bando e Scalo, al momento, Ferrovie dello Stato non lo dichiara, né lascia intendere.

Gli interrogativi su proprietà e gestione


Su proprietà e gestione, l’interrogativo, dunque, resta. Quanto, invece, alla riqualificazione (che il bando poneva a carico dell’acquirente) la possibilità, indipendentemente dall’esito negativo del bando, appare tutt’altro che compromessa. Nei giorni scorsi il ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibile ha, infatti, confermato la concessione del finanziamento di 7,5 milioni di euro a tal scopo richiesto nel 2018. Ne dà atto la Regione che, dopo essersi detta dispiaciuta per l’esito del bando, afferma l’intenzione di riqualificare lo Scalo in disuso dal 2009 investendo i fondi nazionali o dal Piano nazionale di ripresa e resilienza del cui stanziamento ha appena ricevuto conferma. E, a tal proposito, anticipa anche di aver già inviato al Mims le schede-progetto. Niente di più atteso da Confindustria Lecce che, intanto, però, non rinuncia a esprimere il proprio disappunto nei confronti di Fs: «È il secondo flop - sbotta il presidente reggente, Nicola Delle Donne - è inaccettabile. Invitiamo il management di Fs Sistemi Urbani a riflettere, perché la strada che ancora una volta ha scelto di intraprendere, dimostrano i fatti, non è evidentemente quella giusta».

Le ipotesi


Toni accesi. Ma che, per la serie “non tutti i mali vengono per nuocere”, non sia davvero il caso di credere che il fallimento del bando apra lo Scalo all’attesa svolta, ovvero una riqualificazione e riattivazione finanziata dallo Stato? Sebbene, oggi non manchi nemmeno chi, senza malizia, abbia il coraggio di affermare che l’eventuale cessione della proprietà dello Scalo avrebbe pregiudicato il finanziamento appena ottenuto con il Pnrr, è forse ancora presto per dirlo.

Di sicuro, che il flop fosse nell’aria appariva già chiaro prima della precedente scadenza del bando. Quando a seguito della pubblicazione dell’avviso avvenuta il 12 agosto l’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani, Umberto Lebruto, si presentò nella sala di Confindustria Lecce - accanto a Delli Noci e alla viceministra a Infrastrutture e mobilità sostenibili, Teresa Bellanova che, alle imprese, disse «adesso tocca a voi noi abbiamo fatto quanto in nostro potere» -, fu bersagliato dalle perplessità dei presenti, compresi i rappresentanti degli autotrasportatori e degli operatori logistici che avrebbero dovuto assumere la gestione dello Scalo, ovvero Gts Logistic (Bari) e Lotras (Foggia). 

Le perplessità


Quelle perplessità non sono state mai appianate. E Fs è stata costretta a prenderne atto anche il 2 novembre quando ricevette la lettera con la quale il presidente reggente di Confindustria Lecce, Nicola Delle Donne, metteva in chiaro i nodi che avrebbero impedito la partecipazione al bando delle aziende associate in cordata con gli operatori logistici e, di conseguenza, chiedeva a Fs Sistemi Urbani la modifica del bando. A pesare, non risultava tanto il prezzo di vendita (si 1,6 milioni di euro), quanto piuttosto i costi di ristrutturazione posti a carico dell’acquirente (stimate da Fs in 5/7 milioni di euro) nonché alcune prescrizioni che, secondo gli industriali, avrebbero limiterebbero l’utilizzo della piattaforma logistica. Fs Sistemi Urbani non rimise mano al bando, ma dispose la proroga della scadenza fino al 22 dicembre che, a conti fatti, alcun risultato ha prodotto se non l’assenza di offerte.


E per Confindustria Lecce tirare le somme diventa gioco amaro ma assai semplice: «Siamo senza parole, perché non comprendiamo l’atteggiamento di una società pubblica qual è Fs. Il territorio non è stato messo in condizione di accedere al bando. Noi non vogliamo assolutamente che questa opportunità vada persa. Ma ora è necessario che Ferservizi e Fs Sistemi urbani riflettano sulle osservazioni che sono state fatte e che provino a rendere davvero attrattivo lo Scalo, fermo restando che non si tratta di un bene privato».

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