Nuovo sbarco nel Salento: coperte, abbracci e cibo caldo per chi fugge dalla guerra di Erdogan

Nuovo sbarco nel Salento: coperte, abbracci e cibo caldo per chi fugge dalla guerra di Erdogan
di Stefano MARTELLA
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 09:46

L'onda della fuga dei curdi arriva anche in Salento. L'offensiva militare della Turchia in territorio siriano inizia a fare sentire i propri effetti anche su questo lembo di Mediterraneo. Nella notte tra giovedì e venerdì, intorno all'una, sono sbarcati al porto di Otranto 34 migranti curdo-iracheni, tra i quali anche donne e tre bambini. Sono stati intercettati dalla Guardia Costiera a bordo di un'imbarcazione a vela e fatti approdare al porto della località salentina.

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Le forze dell'ordine hanno fermato anche i due presunti scafisti. I profughi erano in mare da più giorni, perché, soccorsi dal personale della Croce Rossa, sono arrivati disidratati, stremati e qualcuno in stato di ipotermia. In seguito, sono stati visitati dai medici dell'Ufficio di Sanità Marittima, per poi essere trasferiti nei centri di accoglienza. Non è un caso isolato. La notte prima altri 47 migranti, per lo più ragazzi, erano approdati nel porto di Santa Maria di Leuca. Insieme a loro c'erano 9 minorenni non accompagnati e una famiglia formata da padre, madre e una bimba. Mercoledì, questa volta al porto di Brindisi, erano invece arrivati 25 migranti iraniani e iracheni, che hanno dichiarato di essere di etnia curda. Il Salento, dunque, ritorna meta di flussi migratori.

Non un fatto imprevedibile, considerato che nell'ultimo consiglio dell'Unione Europea a Lussemburgo si era discusso proprio dell'aumento, registrato nelle ultime settimane, del numero dei migranti arrivati in Grecia dalla Turchia, con cifre che non si vedevano da diversi anni. Il motivo della fuga dei curdi ha una matrice chiara: il 9 ottobre la Turchia ha dato inizio all'operazione Fonte di Pace, attaccando il nord-est della Siria. Il conflitto nel Paese mediorientale, che in molti davano per finito, è tornato al centro dell'attenzione internazionale. Un'offensiva facilitata dalla decisione del presidente statunitense Donald Trump di ritirare i soldati americani presenti nella zona.

D'altro canto, Erdogan ha dichiarato che lo scopo dell'operazione è quello di creare una zona cuscinetto nel nordest della Siria, che allontani dal confine con la Turchia le milizie dell'Ypg, le unità combattenti di protezione popolare curde, considerate dal governo turco un gruppo terroristico alla stregua del Pkk, i paramilitari del Partito dei lavoratori curdo, che da decenni combatte per il riconoscimento dell'autonomia curda in territorio turco. Al centro del conflitto è stata trascinata la vita di migliaia di civili. L'offensiva militare turca ha provocato finora oltre 275mila sfollati curdi, tra cui 70mila minori. Secondo Amnesty International le truppe di Ankara sono colpevoli di una serie violazioni e crimini di guerra, omicidi sommari e attacchi illegali. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime civili sul fronte curdo sono state almeno 72.

Intanto, in una nota l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Lecce fa notare che gli attacchi riguardano anche alcune già precarie strutture sanitarie esistenti ed in particolare i Punti mobili di prima stabilizzazione del trauma (il nostro 118) gestito da una Ong italiana Un ponte per, annientando le strutture, le ambulanze e colpendo gli operatori sanitari.

LOrdine invita a sostenere anche economicamente l'azione dell'Ong italiana Un ponte per.

Utilizzeremo tutti i mezzi per testimoniare la vicinanza ad un popolo che, nel rischio di un genocidio - scrive l'Ordine -, lotta per la vita, affermando i diritti di tutti. L'ordine invita inoltre le istituzioni a fare tutte le necessarie pressioni affinché possano avere fine tutte le azioni di guerra ed in particolare imporre che i presidi sanitari siano esclusi dagli obiettivi militari.

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