Gasdotto, il prefetto "blinda" il nuovo cantiere. Tap: «Non è una nuova zona rossa»

Il cantiere Tap - foto di repertorio (foto Marco Verri)
Il cantiere Tap - foto di repertorio (foto Marco Verri)
3 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Aprile 2018, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 18:20

Il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, torna a "blindare" l'area del cantiere di San Foca dove sono in corso i lavori di costruzione del gasdotto Tap. Il prefetto ha ordinato il transito e l'accesso controllato a veicoli e persone dalla mezzanotte scorsa fino alle 24.00 del 25 aprile prossimo nelle strade che portano all'area del cantiere. La percorribilità stradale è concessa ai frontisti ed è garantita all'utenza sulle provinciali 145 e 366. Il provvedimento è stato disposto per «prevenire ulteriori gravi turbative dell'ordine pubblico connesse alle operazioni di cantiere da parte del cosiddetto Movimento No Tap e di aderenti al mondo anarchico insurrezionalista ed alla galassia dell'antagonismo, come già avvenuto nei mesi scorsi e più recentemente nelle prime settimane di aprile».
 

 

Le proteste. Nelle ultime settimane, infatti, i manifestanti - ricorda il prefetto nel documento - hanno inscenato diverse azioni di protesta, anche violente, sbarrando il passaggio ai mezzi del cantiere e al traffico veicolare, scagliando sassi contro le Forze dell'Ordine - che hanno riportato lesioni e contusioni - e dato alle fiamme un cassonetto di rifiuti posizionato al centro della carreggiata.

La società: “Nessuna zona rossa": in corso i lavori di recinzione e messa in sicurezza di aree in possesso di tap lungo il percorso del gasdotto”, precisa Tap. 

I lavori in corso, che si concluderanno entro il 30 aprile prossimo, riguardano il cosiddetto "cluster 5" e prevedono la recinzione dell'area lunga circa un chilometro che ricade nell'azienda agricola Le Paisane, l'espianto di 448 giovani piante di ulivo e la realizzazione di due tendoni sotto i quali saranno messe a dimora le piante. Quest'area fa parte di un più ampio tracciato (una fascia di circa 30 metri di larghezza a cavallo del futuro tubo), lungo circa 8,2 chilometri, che dal cantiere di San Basilio, dove l'espianto degli ulivi è terminato lo scorso anno e dove sorgerà il microtunnel del gasdotto, porta alla Masseria del Capitano, dove sarà costruito il terminale di ricezione dell'impianto. In questo "budello", dove è prevista la costruzione della pipeline, dovranno essere successivamente estirpati e messi a dimora (in aree protette ai margini dell'area di lavoro) oltre 1.800 ulivi. Il termine dei lavori del gasdotto resta fissato per giugno 2019, mentre il primo gas arriverà in Italia nel primo trimestre 2020. Il "cluster 5" è ad un paio di chilometri dal cantiere del microtunnel di San Basilio e a circa sei chilometri da Masseria del Capitano.
«Le piante in questione saranno trattate secondo le linee guida fissate dai competenti uffici regionali e nei tempi dagli stessi previsti. I lavori di recinzione ed espianto avvengono esclusivamente in aree da tempo in possesso di Tap sulla base di accordi bonari con i proprietari. Il decreto prefettizio non istituisce alcuna “zona rossa”, ma regola semplicemente l’accesso alle zone interessate dai lavori al fine di garantire che essi procedano in piena sicurezza», sottolinea la società.

© RIPRODUZIONE RISERVATA