San Cataldo, sbloccato l'albergo residence sul lungomare: ok anche dal Consiglio di Stato

San Cataldo, sbloccato l'albergo residence sul lungomare: ok anche dal Consiglio di Stato
3 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Giugno 2021, 13:32

Sbloccato l'albergo residence di San Cataldo: c'è l'ok del Consiglio di Stato al progetto destinato a cambiare il lungomare della marina di Lecce. Gli immobili fatiscenti potranno essere abbattuti e al loro posto sarà realizzato il nuovo complesso con 12 unità immobilari al primo piano, negozi al pianterreno e un ristorante con vista sul mare con spazi aperti al pubblico e un'altra parte affacciata sulla pineta retrostante. Dell’immobile sarà recuperata la parte che presenta “valore testimoniale”, mentre sarà demolita e ricostruita quella restante. 

Il via libera del Tar e il no della Soprintendenza

 

Un passo indietro. Nel marzo  2020 il Tar Lecce ha ritenuto che gli interventi di demolizione e ricostruzione con aumenti di cubatura previsti dal Piano casa (legge regionale 14 2009) possono essere realizzati nei territori costieri e nelle aree di rispetto dei boschi individuate dal Pptr anche modificando la sagoma dell’edificio preesistente. Il Consiglio di Stato ha confermato questa decisione respingendo l’appello proposto dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e dalla Soprintendenza. Accogliendo le tesi sostenute in giudizio dagli avvocati  Pier Luigi Portaluri e Giorgio Portaluri per conto della società F31, proprietaria dell’immobile, il Consiglio di Stato ha confermato la pronuncia con cui il Tar Lecce aveva dato il via libera alla realizzazione dei lavori di recupero funzionale dell’edifici. Nel 2018 l’impresa aveva richiesto al Comune di Lecce il rilascio del permesso di costruire e dell’autorizzazione paesaggistica per realizzare un progetto ai sensi del Piano casa, finalizzato all’adeguamento funzionale e strutturale dell’edificio esistente che versa ormai da tempo in condizioni di avanzato degrado e abbandono. In particolare, l’impresa ha inteso anche, secondo le previsioni del piano casa e del Pptr, demolire e ricostruire parte dell’edificio esistente aumentando la cubatura e modificando la sagoma. L’intervento edilizio, insomma, è volto a sostituire un edificio oggi ammalorato, anche al fine di riqualificare e valorizzare il lungomare. Nell’aprile del 2019 la Soprintendenza aveva dato parere favorevole, ritenendo però necessario il rispetto della sagoma del preesistente edificio poiché il Pptr non consentirebbe questo tipo d’interventi nei territori costieri e nelle aree di rispetto dei boschi. Condividendo le nostre tesi - si legge la nota - il Tar ha chiarito che in quelle aree, quando l’intervento sia volto alla riqualificazione del contesto, l’ampliamento dell’esistente e la modifica della sagoma sono espressamente consentite dal Piano paesaggistico.

Su questo punto hanno fatto appello l’allora Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (oggi Ministero della cultura) e la Soprintendenza, i quali hanno contestato le posizioni espresse dal Tar Lecce circa la piena legittimità dell’intervento con riferimento all’applicazione del piano casa. 

I legali della società: "Svolta per migliorare l'offerta turistica"

 

Esprimono soddisfazione gli avvocati professori Pier Luigi Portaluri e Giorgio Portaluri poiché "la pronuncia del Consiglio di Stato pone finalmente un punto certo in un’annosa vicenda e, soprattutto, consente ora di riqualificare una parte centrale della principale marina leccese, migliorando così l’offerta turistica della città. È, infatti, nodale per lo sviluppo turistico del capoluogo salentino la riscoperta delle sue marine e il miglioramento della loro attrattività. Tra l’altro, ciò accade – non si può non sottolinearlo – in un periodo in cui i settori turistico-ricettivo e quello dell’edilizia hanno bisogno di nuovo slancio per superare gli inevitabili effetti negativi della grave emergenza epidemiologica".

© RIPRODUZIONE RISERVATA