«Salvi per miracolo», le testimonianze di due salentini nel cuore del quartiere europeo

Un momento dell'attentato di questa mattina
Un momento dell'attentato di questa mattina
di Alessandra LUPO
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Martedì 22 Marzo 2016, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 22:15

Da Bruxelles sono due le testimonianze shock dei salentini che lavorano per gli organismi della Commissione europea, a pochi passi dalla fermata della metro di Maelbeek, che si trova sotto il cuore del quartiere euro dove i terroristi sono tornati a seminare la morte e disperazione.

Si tratta di Fiorella Giorgiani, 32 enne di Montesano Salentino, che lavora per il dipartimento agricoltura dell'Europa, scampata alla bomba nella metro solo grazie a una telefonata da casa, e del leccese Carlo Coppola, program manager di Dg Near, passato per la fermata qualche minuto prima dell'esplosione per accompagnare la figlia al nido del quartiere.


La telefonata da casa salva Fiorella: «Di solito vado al lavoro a piedi - spiega Fiorella Giorgiani - questa mattina ero in ritardo e ho deciso di prendere la metro a Schuman per poi scendere proprio a Maelbeek, la stazione successiva. Alle 8,30 circa, mentre ero ancora per strada, mi hanno telefonato i miei che avevano saputo degli attentati all’aeroporto. Io non ne sapevo ancora nulla: il tempo di tranquillizzarli mi ha fatto perdere il treno su cui un attimo dopo si è sentita l'esplosione».
Ma non è tutto, Fiorella è scappata fuori dalla stazione e in quel momento c’è stata l'altra esplosione, questa volta proprio all'interno della stazione di Schuman dove si trovava. Si è allontanata in fretta raggiungendo l'ufficio della Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale, dove lavora e le è stato consigliato di non uscire.
«Dopo ore di sirene attorno agli uffici, ho chiesto di allontanarmi e sono andata via - racconta ancora la donna - non sono tornata a casa mia perché si trova poco lontano e l'intera zona è circondata da un perimetro di sicurezza battuto solo da forze di polizia e ambulanze e visto che i media parlavano anche di un possibile attacco a grappolo, ho deciso di farmi ospitare in una zona più periferica. Essere salva è un miracolo».


Il passaggio dalla fermata con la figlia: «Intorno alle 9 ho lasciato mia figlia al nido, nel quartiere europeo, non lontano da Schuman, dove c'è la sede principale della Commissione Europea, e mi sono avviato a piedi in ufficio», racconta Carlo Coppola, leccese e da tempo al lavoro a Bruxelles. «Avevo notato che si sentivano più sirene del solito, ma non ci avevo fatto molto caso. Mentre camminavo ho iniziato a ricevere i primi messaggi che mi chiedevano se stessi bene ed ho saputo dell'attentato a Zaventem. Nel frattempo, sulla strada per l'ufficio, sono passato davanti alla stazione della metro Malbeek, che si trova tra Schuman e Arts-Loi, dove ci sono gli uffici di Dg Near. Credo di essere passato davvero pochi minuti prima dell'esplosione nella metro, perché da internet ho appreso che l'esplosione è stata intorno alle 9 e 15, ed io sarò passato di là verso le 9 e 10. Il mio ufficio dista circa 500 metri da Malbeek, per cui siamo in piena "zona rossa" in questo momento - prosegue Carlo -. La Rue de la Loi, l'arteria principale che collega Schuman, Malbeek e Arts-Loi è stata chiusa al traffico. Riceviamo costantemente aggiornamenti, e per il momento non possiamo lasciare gli uffici. Al contrario, i funzionari che sono in strada sono stati invitati ad entrare nell'edificio della CE più vicino. Ci è stato detto che per il momento la decisione più prudente e sicura è di restare dove si è. Si attendono aggiornamenti nel pomeriggio».




 

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